Un “patto” tra cattolici, buddisti, induisti per la terra, “preziosa casa della vita” nella comune preoccupazione di difenderla dalla minaccia di un clima che cambia velocemente, da stili di vita che la sfruttano e sistemi economici che provocano nelle popolazioni sofferenze, povertà, migrazioni forzate.
Attorno a questo comune impegno per l’ambiente si svolge oggi a Roma una giornata d’incontro interreligioso dal titolo “Quale futuro per la casa comune? – Esperienze e riflessioni interreligiose su uomo e ambiente”. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, dall’Unione buddhista italiana e dall’Unione induista italiana.
“Un incontro – spiega don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio Cei all’agenzia Sir – che parte dalla pubblicazione dell’Enciclica di papa Francesco Laudato si’ dedicata all’ambiente e pubblicata un anno fa. L’idea è cercare di capire come cattolici, buddisti e induisti possono ritrovarsi attorno a un filo conduttore che attraversa le tre fedi religiose per un discorso di attenzione rispetto all’ambiente e alla dignità dell’uomo nell’ambiente. Una riflessione a tre voci per capire a che punto siamo e come porci nei confronti delle questioni ambientali”.
“Dobbiamo agire!”, ha detto monsignor miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, aprendo l’incontro. “Non possiamo rimanere inerti ma dobbiamo saper trovare il modo di coltivare uno sguardo interiore di compassione che permette a noi, esseri umani, di vincere ogni paura che si sta diffondendo nel mondo per far emergere l’amore che si manifesta nel rispetto verso tutto il creato e innanzitutto verso l’essere umano”.
“Il soccorso alla natura è impellente”, ha invece sottolineato Gianfranco Keiko Lustrissimi, presidente dell’Unione buddhista italiana, che ha parlato di una “tragedia ecologica e umana” che impone un radicale “cambiamento degli stili di vita e del sistema economico” per dare “una speranza al mondo” perché “povertà, catastrofi naturali, migrazioni forzate non sono inevitabili”.
Da parte sua Franco di Maria, presidente dell’Unione induista italiana, ha rimarcato che “c’è un legame profondo che unisce gli esseri umani tra loro, con il mondo e il cosmo. Non vi è nulla che accade qui ed ora che non si ripercuote anche nell’angolo più remoto dell’universo”.
Lo scorso anno, alla vigilia del vertice mondiale sul clima di Parigi (Cop21), esponenti di diverse fedi, cristiane e non, presenti in Italia avevano presentato tramite il ministro degli Esteri un appello ai partecipanti della Cop21 in cui si chiedeva ai leader mondiali un “accordo concreto, finalizzato alla sostanziale riduzione delle fonti d’inquinamento” e “iniziative per contrastare gli effetti del mutamento già in atto”.
Attorno a questo comune impegno per l’ambiente si svolge oggi a Roma una giornata d’incontro interreligioso dal titolo “Quale futuro per la casa comune? – Esperienze e riflessioni interreligiose su uomo e ambiente”. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, dall’Unione buddhista italiana e dall’Unione induista italiana.
“Un incontro – spiega don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio Cei all’agenzia Sir – che parte dalla pubblicazione dell’Enciclica di papa Francesco Laudato si’ dedicata all’ambiente e pubblicata un anno fa. L’idea è cercare di capire come cattolici, buddisti e induisti possono ritrovarsi attorno a un filo conduttore che attraversa le tre fedi religiose per un discorso di attenzione rispetto all’ambiente e alla dignità dell’uomo nell’ambiente. Una riflessione a tre voci per capire a che punto siamo e come porci nei confronti delle questioni ambientali”.
“Dobbiamo agire!”, ha detto monsignor miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, aprendo l’incontro. “Non possiamo rimanere inerti ma dobbiamo saper trovare il modo di coltivare uno sguardo interiore di compassione che permette a noi, esseri umani, di vincere ogni paura che si sta diffondendo nel mondo per far emergere l’amore che si manifesta nel rispetto verso tutto il creato e innanzitutto verso l’essere umano”.
“Il soccorso alla natura è impellente”, ha invece sottolineato Gianfranco Keiko Lustrissimi, presidente dell’Unione buddhista italiana, che ha parlato di una “tragedia ecologica e umana” che impone un radicale “cambiamento degli stili di vita e del sistema economico” per dare “una speranza al mondo” perché “povertà, catastrofi naturali, migrazioni forzate non sono inevitabili”.
Da parte sua Franco di Maria, presidente dell’Unione induista italiana, ha rimarcato che “c’è un legame profondo che unisce gli esseri umani tra loro, con il mondo e il cosmo. Non vi è nulla che accade qui ed ora che non si ripercuote anche nell’angolo più remoto dell’universo”.
Lo scorso anno, alla vigilia del vertice mondiale sul clima di Parigi (Cop21), esponenti di diverse fedi, cristiane e non, presenti in Italia avevano presentato tramite il ministro degli Esteri un appello ai partecipanti della Cop21 in cui si chiedeva ai leader mondiali un “accordo concreto, finalizzato alla sostanziale riduzione delle fonti d’inquinamento” e “iniziative per contrastare gli effetti del mutamento già in atto”.