African child

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Africa: presentato al Papa progetto per protesi da stampanti 3D

Ideato e realizzato dagli alunni del Massimo di Roma, il progetto vuole realizzare mini fabbriche con stampanti 3D da inviare in Africa per stampare protesi per bambini amputati usando come materiale riciclato tappi in plastica

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Questa mattina, al termine dell’Udienza generale, è stato presentato a Papa Francesco il progetto degli studenti dell’Istituto Massimo dei Padri gesuiti di Roma intitolato “Crowd4Africa”. Esso vuole realizzare delle mini fabbriche con stampanti 3D da inviare in Africa per stampare protesi per i bambini amputati ed altre attrezzature medico-chirurgiche usando come materiale riciclato i tappi di bottiglia in plastica.

L’iniziativa è stata interamente ideata e realizzata da ragazzi dai 7 ai 19 anni dei corsi gratuiti: “For 3D world” e “Making 3D Printers”, supportati da 20 genitori volontari provenienti dal mondo dell’industria, dell’università, della scuola e delle istituzioni pubbliche. Durante il corso i ragazzi, aiutati dai genitori, hanno costruito 60 stampanti 3D Open Source.

Il sistema – ideato e progettato dal team di Making 3D Printers – consente di trasformare tappi e contenitori di plastica in protesi esterne e pezzi di ricambio essenziali, grazie a estrusori e stampanti 3D. Come spiegano i ragazzi, “anche un tappo può dare una mano. O, meglio, crearla”. Obiettivo finale è quello di mettere a disposizione dei medici che operano in Africa una “mini fabbrica” – ed i relativi modelli 3D – in modo che possano produrre in loco le protesi. I primi due ospedali a cui andranno le “mini fabbriche” saranno il Lacor St. Mary Hospital in Uganda gestito dalla Fondazione Corti ed il Centro Sanitario di Kenge, in Congo, nel quale opera Chiara Castellani, uno dei pochi medici in un territorio di 5 mila chilometri quadrati.
Secondo uno studio ONU dell’agosto 2015, crescono annualmente le difficoltà nell’invio degli aiuti umanitari in Africa; in particolare, il costo del trasporto dei materiali assorbe il 60% – 80% del budget complessivo. L’Onu raccomanda quindi di sperimentare la produzione diretta dove serve degli oggetti di prima necessità abbattendo così costi, rischi e tempi di approvvigionamento. Inoltre, 20 milioni di disabili nel mondo hanno difficoltà ad avere una protesi a causa degli elevati costi (pari anche a 10 anni di risparmi nelle aree disagiate). Con le stampanti 3D, i costi vengono abbattuti fino a 100 volte.
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Per maggiori informazioni consultare:

Sito del progetto Crowd4africa: www.crowd4africa.org/

Sito crowd funding: www.eppela.com/crowd4africa

Sito dell’Istituto Massimo: www.istitutomassimo.it

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ZENIT Staff

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