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Martirio e gloria in Gesù

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 17,1-11

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Lettura
Questa si può definire semplicemente la meravigliosa preghiera dell’Ora di Gesù, come si dice: Egli non vedeva letteralmente l’ora di pronunciarla, per poi viverla fino alla gloria della Passione. Infatti, proprio con questa parola inizia l’elevazione di Gesù: la gloria che il Padre non gli nega mai, fino all’Esaltazione della Croce. Gesù prega davanti ai discepoli, ma non li invita a unirsi a Lui: è una cosa soltanto sua.
Meditazione
Le certezze di Gesù, su tutte l’ora e la gloria nella prospettiva della croce, per noi devono tradursi in presa di coscienza. L’ora è il tempo pieno dell’Alleanza, che si pone come alternativa alle strategie di peccato. Per opporsi al peccato e alle strutture che esso genera, non è sufficiente la giustizia. Questa ha come orizzonte i problemi del mondo e va sicuramente perseguita fino in fondo, ma la giustizia da sola non basta contro l’ingiustizia. Deve entrare in gioco l’Alleanza, essa riguarda la persona singola, nel rapporto con Dio e, di conseguenza, coinvolge gli uomini e le cose. Nell’economia dell’Alleanza devo affrontare la radice di peccato che è in me, anche se ciò mi sembrasse poco, insufficiente o irrilevante. Nella misura in cui evito questo problema radicale, allontano il compimento della giustizia di Dio dall’orizzonte del mondo, raggiungo al massimo risultati parziali e fragili. Il giusto dell’Alleanza è invece colui che vive di fede, e rende possibile, nella sua persona, la connessione continua fra Dio e il mondo. La gloria è il risultato del servizio alla verità dell’Alleanza con Dio in Gesù Cristo, condotto unicamente con le risorse del Vangelo, vissuto in prima persona, nella conversione continua del cuore, nella responsabilità verso tutta la porzione di Creazione affidata a ciascuno. Poiché non si tratta affatto di un successo umano, tale gloria risplende con tutta la sua forza solo sulla croce. Il peccato non è un incidente di percorso, per questo la lode e la gloria della grazia non avvengono per l’affermazione di qualcuno su qualcun altro o di una causa su un’altra: il Vangelo non è semplicemente una “giusta causa”. Non c’è altra via che il martirio, che «dovrebbe rientrare come un’eventualità costante nel progetto delle nostre vite» (F. Rossi De Gasperis).
Preghiera
Maria, Vas insigne devotionis! Tu, più di ogni altro vate e profeta, sei il segno della vera devozione dovuta a Dio, perché nel tuo «sì» all’arcangelo hai risposto con fede piena alla sua Parola. Insegna anche a noi ad accogliere di nuovo e portare a compimento la nostra vocazione, nel cammino quotidiano.
Agire
A imitazione di Maria, oggi non darò inizio a nulla senza aver prima ascoltato, con umiltà, lo Spirito Santo, per compiere in ogni cosa la volontà del Padre.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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