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Coraggio, io ho vinto il mondo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 16,29-33

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Lettura
Gesù giunge al momento culminante del suo discorso durante l’Ultima Cena, nel quale rivela il senso pieno della lavanda dei piedi e prepara i discepoli alla Passione, attraverso la grande preghiera al Padre (Gv 17). In questi versetti conclusivi tocchiamo l’intimo puramente contemplativo del cuore di Gesù: Egli, infatti, non si lascia prendere dall’entusiasmo né dal turbamento. La fede dei suoi è sincera, eppure ancora troppo fragile e passeggera; tra poco essi semplicemente si disperderanno, faranno una scelta in cui metteranno la loro sicurezza prima della fedeltà al Maestro.
Meditazione
Gesù si esprime apertamente, con la franchezza e la lucidità di chi sa che cosa dire, quando lo deve dire, nel rispetto di chi ascolta. C’è chi si vanta di saper dire poco e poco alla volta, ma questa forma di intelligenza non è davvero adeguata alla misura di Gesù. Certamente, poiché il rapporto è sempre a due, l’intelligenza con cui Gesù dialoga risplende se c’è intelligenza di fede da parte di chi ascolta. I discepoli dimostrano questa dote quando affermano la certezza nella conoscenza piena posseduta da Gesù, una scienza tale da non aver bisogno di essere interrogata. La certezza del discepolo cresciuto a sufficienza si dimostra nel saper attendere, sempre in ascolto di quello che il Maestro gli vorrà dire, ben oltre il bisogno immediato o la curiosità del momento. Si può andare dal padre spirituale quando se ne sente la necessità, o perché si ha qualcosa da chiedere. Questo tipo di approccio è piuttosto riduttivo, perché ci si limita a partire da sé, piuttosto che esprimersi nella docile apertura all’apertura del Maestro, che può sorprenderci, quando arriva a lavare i nostri piedi, anche se non ce ne sentiamo degni, solo per condividere tutto con noi (Gv 13), o può decidere di portarci dove non vorremmo, solo per farci giungere al massimo della gloria (Gv 21). Di fronte alla superiore conoscenza di Gesù, ogni programmazione appare provvisoria: prima o poi viene l’ora della prova, in cui l’istinto di conservazione prende il sopravvento e si preferisce prendere parte per sé, nell’oblio della chiara parola ricevuta. Eppure anche in quell’occasione rimane, chiara e forte, la voce del Maestro, benevolo, misericordioso, pacifico, sempre dalla parte del debole, anche quando questi lo abbandona.
Preghiera
Maria, Consolatrix afflictorum! Consolaci con la consolazione dello Spirito Santo, perché non prevalga il nostro sentimento ma vinciamo paure e afflizioni, restando in ascolto della Parola del Figlio tuo, e insegnaci la beatitudine di coloro che piangono e non si lasciano abbattere nella speranza.
Agire
A imitazione di Maria, accetterò le piccole e grandi tristezze della giornata nella prospettiva della gioia che viene dalla promessa di Gesù, senza amarezze o recriminazioni.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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