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Silenzio di Dio e fede

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 4,35-41

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Lettura
Il racconto del Vangelo odierno della tempesta sul lago sta fra un trittico di parabole (Mc 4) e un trittico di miracoli (Mc 5). Più precisamente fra il trittico del seme che dorme ma porta frutto, e il trittico della malattia e della morte che germogliano a nuova vita.
Meditazione
Il racconto è davvero una parabola in atto, di nascondimento e rialzamento, di morte e vita. I discepoli vengono messi alla prova per vedere se, nella loro vita concreta, hanno capito la parola sul seme. Ma l’esito è negativo: i discepoli non hanno capito nulla! Gesù è nella barca e dorme. È notte, e in questa notte la comunità dei discepoli incontra una tempesta in mezzo al lago, chiamato da Marco mare, simbolo delle potenze del caos. E dentro questo tempestoso caos, Gesù dorme, in contrapposizione alla nevrotica agitazione e paura dei discepoli. Moltissime pagine della Bibbia sono intrise dell’inquietante inchiostro del silenzio di Dio, bagnate dalle lacrime di credenti che, dinanzi al dramma dell’umano dolore, si chiedono: «Ma Dio dov’è?». È il silenzio dell’inaudito! È il Deus absconditus! Il Dio che sempre si sottrae alla vista e, nel dramma dell’umano dolore, anche all’udito. Entrare nel patto di fede con Dio significa ascoltare il suo silenzio come sottile voce del suo parlare. Cristo ci insegna che tutte le tempeste e le paure provengono dalla nostra mancanza di fede. A chi con angoscia pensa a questi tempi burrascosi, a tutti i pessimisti, a tutte le chiese che temono di andare a fondo, Gesù risponde con meraviglia: «Non avete ancora fede?». Le nostre angosce e paure nascono dal non aver capito nella nostra vita «chi è Costui». È la domanda che attraversa tutto il Vangelo di Marco. I discepoli in mezzo alla tempesta siamo noi in mezzo alle difficoltà. Spesso abbiamo paura perché non abbiamo fiducia in Gesù, perché non sappiamo cogliere i segni di speranza che ci sono intorno a noi. Dio ci parla anche in questa situazione di silenzio, ma esige la nostra fede. E purtroppo ne abbiamo poca! C’è la poca fede di chi non ha il coraggio di lasciare tutto per Gesù; c’è la poca fede di chi pretende una presenza del Signore chiara e accompagnata da ripetute verifiche. È questa una fede immatura, perché confonde il “silenzio” con l’assenza del Signore, confonde il permanere dell’opposizione con la sconfitta del Vangelo. Ma la vera fede consiste nell’abbandono pieno a Gesù.
Preghiera
Signore Gesù, aiutami a capire te e il tuo Vangelo perché di fede e fiducia sia pieno il mio cuore, dammi la grazia di vincere angoscia e paura, e abbracciami con il tuo eloquente silenzio perché la mia vita consegni sereno al sorriso del tuo avvolgente Amore.
Agire
Oggi ascolterò la voce del silenzio e se la paura bussa aprirò con la lampada della fede.
Meditazione del giorno a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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