Pilade è il seguito pasoliniano alla trilogia dell’Orestea di Eschilo, scritto dall’intellettuale bolognese in un periodo di malattia e oggi, a pochi mesi dal quarantesimo anniversario della sua morte, celebrato anche dal regista e drammaturgo Daniele Salvo che lo ha messo in scena al teatro Vascello, fino al 1 maggio.
Un tutto esaurito per un testo tutt’altro che semplice, con una compagnia di attori under 35, che solo tramite il corpo e la voce modulata come uno strumento a fiato, sono riusciti a esprimere la vasta gamma di emozioni e turbamenti, che l’opera pasoliniana sa suscitare.
La vicenda è ambientata ad Argo alcuni anni dopo la morte degli antichi governanti, quando Oreste si ripresenta per governare la città con il benestare di Minerva, la nuova divinità della città, millantando che le Furie lo avessero assolto dalla sua grave colpa: il matricidio.
Oreste, come qualsiasi governante vorrebbe scordarsi del passato e concentrarsi solo sul presente e sul progresso, dimenticandosi di onorare le antiche divinità, tra cui appunto le Erinni o Furie, dee della vendetta, persecutorie verso i colpevoli di omicidio.
A incarnare il vecchio mondo, con i suoi valori e i suoi miti è Pilade, che sceglie di ritirarsi dalla città e spezzare il legame con l’amico Oreste e lo stesso farà sua sorella Elettra “pazza e sola” dilaniata dal senso di colpa per la sua complicità nel matricidio. E sarà allora che le Erinni torneranno in città, dopo anni relegate sui monti da Atena e trasformate in Eumenidi, con sete di vendetta e desiderio di rivalsa sulla città.
A opporsi al nuovo culto della ragione e del denaro rimane solo Pilade: l’obbediente, il silenzioso, il discreto, il timido nato per essere amico, la figura di un “diverso”, dotato di una grazia cristallina. “Un uomo che ostinatamente e senza farsi distrarre dalle mille sirene del nuovo tempo, rincorre una luce come un santo”, spiega il regista Daniele Salvo che mette in scena la parabola di un uomo dalla vita sociale all’isolamento, scelto volontariamente per opporsi alla nuova Dea, che “non conosce il ventre materno né le perversioni che nascono dalla nostalgia” e trova l’unico rifugio possibile nella poesia. Pilade come Pasolini: un poeta, un diverso, schiavo delle passioni, che preferisce l’emarginazione al capitalismo e la purezza dei semplici, dei contadini alle parole vuote dei borghesi al potere, nei loro eloqui compiaciuti e demagogici.
Un finale sorprendente, che esaspera il contrasto tra la nuova Argo, simboleggiata da un Oreste trasformista e incravattato e Pilade nudo, inerme di fronte alla restaurazione di un potere corrotto.
È la storia di un sognatore, un oppositore dell’establishment, quella di Pilade, secondo la chiave interpretativa scelta da Daniele Salvo, che con grande maestria riesce a dirigere un cast di quindici talenti, sottoponendoli a uno strenuo lavorio fisico, un’estrema tensione del corpo ridotto a un unico strumento poliespressivo.
Egregio è il risultato e la performance degli attori, tra i quali emergono: un ottimo Elio D’Alessandro per la grande presenza scenica nei panni di Pilade, Selene Gandini per il pathos e la gravità della sua Elettra, Silvia Pietta alias Atena sui pattini per la sua ferocia e spietatezza come deus ex machina. E dulcis in fundo, commuovente e toccante è la performance di Simone Ciampi, simbolo della purezza contadina, tanto cara a Pasolini.
Presto di nuovo in scena in Svizzera, il 13 maggio, presso il Lac, Il Lugano Arte e Cultura: un nuovo centro culturale che valorizza la cultura, soprattutto quella italiana e che ospita il festival teatrale LuganoinScena.
Una prova tecnica assai complessa, che risveglierà il Pilade che c’è in ognuno di noi, che ci battiamo ogni giorno per la buona politica, con veemenza e speranza: tanti Pilade “soli”, in un mondo corrotto.
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Pilade di Pier Paolo Pasolini
Regia e drammaturgia Daniele Salvo
Musiche Marco Podda
Actor coach Melania Giglio
Costumi Nika Campisi, Claudia Montanari
Assistente alla regia Alessandro Gorgoni
Personaggi e interpreti
PILADE: Elio D’Alessandro
ORESTE: Marco Imparato
ELETTRA: Selene Gandini
ATENA: Silvia Pietta
SERVA DI ELETTRA / CORIFEA: Elena Aimone
CONTADINO / VECCHIO: Simone Ciampi
RAGAZZO: Michele Costabile
MESSAGGERO: Francesca Mària
SOLDATO: Simone Bobini
DONNA: Claudia Benassi
STRANIERO: Piero Grant
EUMENIDI: Elena Aimone, Sara Aprile, Claudia Benassi, Paola Giglio, Melania Fiore, Francesca Mària
CORO: Elena Aimone, Sara Aprile, Claudia Benassi, Simone Ciampi, Michele Costabile, Melania Fiore, Paola Giglio, Piero Grant, Francesca Mària, Sara Pallini
Si ringrazia Fabiana di Marco per la cortese collaborazione
Produzione La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello
Pilade: un eroe “discreto”
Dopo il successo romano, la pièce pasoliniana sarà in scena il prossimo 13 maggio, unica data, a Lugano