È durata poche ore l’offensiva di ieri dei circa 150 jihadisti dello Stato Islamico che avevano attaccato Telskuf, cittadina della Piana di Ninive, a nord di Mosul, roccaforte in Iraq del gruppo jihadista che da due anni controlla la regione. In quella zona, prima dell’agosto 2014, vivevano circa 12mila cristiani.
Le milizie curde Peshmerga, supportate dai raid aerei della coalizione internazionale anti-Daesh che fa capo agli Usa, hanno ripreso già nella stessa giornata il controllo di quella che attualmente si presenta come una città disabitata.
Gli scontri tra le milizie curde e gli affiliati dell’Isis hanno provocato diverse vittime da ambo le parti: tre i soldati Peshmerga caduti e un soldato statunitense, secondo quanto riferito da un comunicato della coalizione a guida Usa, rilanciato da fonti curde consultate dall’agenzia Fides.
L’attacco jihadista a Telskuf rientrava nella più ampia offensiva tentata dai miliziani dello Stato Islamico per aprire dei varchi nelle aree nord-irachene presidiate dai Peshmerga, dopo che proprio le forze armate curde avevano ottenuto importanti successi negli scontri con i jihadisti, riconquistando importanti villaggi nella zona di Kirkuk.
I suoi abitanti l’hanno abbandonata in massa nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014, quando decine di migliaia di cristiani dei villaggi della Piana di Ninive fuggirono davanti all’amanzata delle milizie. I jihadisti si ritirarono da Telskuf nei mesi successivi, ma la città è rimasta deserta, e le famiglie cristiane vi ritornano solo per celebrare i funerali e seppellire i propri morti nel cimitero. Una parte dei cittadini fuggiti da Telskuf hanno trovato rifugio nella vicina città di Alqosh. (G.V.)
Le milizie curde Peshmerga, supportate dai raid aerei della coalizione internazionale anti-Daesh che fa capo agli Usa, hanno ripreso già nella stessa giornata il controllo di quella che attualmente si presenta come una città disabitata.
Gli scontri tra le milizie curde e gli affiliati dell’Isis hanno provocato diverse vittime da ambo le parti: tre i soldati Peshmerga caduti e un soldato statunitense, secondo quanto riferito da un comunicato della coalizione a guida Usa, rilanciato da fonti curde consultate dall’agenzia Fides.
L’attacco jihadista a Telskuf rientrava nella più ampia offensiva tentata dai miliziani dello Stato Islamico per aprire dei varchi nelle aree nord-irachene presidiate dai Peshmerga, dopo che proprio le forze armate curde avevano ottenuto importanti successi negli scontri con i jihadisti, riconquistando importanti villaggi nella zona di Kirkuk.
I suoi abitanti l’hanno abbandonata in massa nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014, quando decine di migliaia di cristiani dei villaggi della Piana di Ninive fuggirono davanti all’amanzata delle milizie. I jihadisti si ritirarono da Telskuf nei mesi successivi, ma la città è rimasta deserta, e le famiglie cristiane vi ritornano solo per celebrare i funerali e seppellire i propri morti nel cimitero. Una parte dei cittadini fuggiti da Telskuf hanno trovato rifugio nella vicina città di Alqosh. (G.V.)