In un mondo che tratta la dignità umana con “tanto disprezzo”, bisogna “difendere, assistere ed amare concretamente” il prossimo. Così mons. Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, è intervenuto ieri al convegno delle Nazioni Unite organizzato dalla missione permanente della Santa Sede, in collaborazione con le associazioni “CitizensGo”, “MasLibres” e “In defense of christians”.
Auza – informa la Radio Vaticana – si è soffermato nel suo discorso sul tema dell’evento, Difendere la libertà religiosa e altri diritti umani. Fermare le atrocità contro i cristiani e altri credenti, tracciando una mappa delle tante zone del mondo in cui i cristiani e altre minoranze religiose soffrono persecuzioni e atrocità. Il Medio Oriente e i paesi africani in particolare.
Auza ha quindi ribadito l’esortazione del Pontefice ad un esame di coscienza per coloro che “hanno la responsabilità della conduzione degli affari internazionali” per fare “tutto il possibile per fermare e prevenire ulteriori sistematiche violenze contro le minoranze etniche e religiose e per proteggere le popolazioni innocenti”.
È necessario, infatti, un “coinvolgimento di tutti”: ciascuno ha “un ruolo da svolgere” – ha sottolineato il presule – per fare sentire “in modo chiaro e inequivocabile” le grida di “bambini e anziani, mariti e mogli, madri e padri, milioni di esseri umani” la cui vita è stata lacerata dal “sadismo sistematico” di coloro che torturano, schiavizzano, violentano e uccidono innocenti.
Sono stati tre i momenti del convegno dedicati rispettivamente alla protezione delle vittime di persecuzioni e alla promozione della libertà religiosa in tutto il mondo, alla testimonianza di vittime e testimoni oculari di atrocità di massa contro i cristiani e le altre minoranze religiose compiute dall’Isis in Siria e in Iraq e da Boko Haram in Nigeria, alle sofferenze e agli abusi subiti da donne e ragazze yazide e cristiane in Medio Oriente.
Tra gli intervenuti – informa ancora l’emittente – anche l’osservatore permanente dell’Organizzazione per la cooperazione islamica all’Onu, Ufuk Gokcen; il vescovo nigeriano Joseph Danlami Bagobiri; i genitori di Kayla Mueller, un giovane operatore umanitario rapito e ucciso dall’Is in Siria; il sacerdote caldeo Douglas Al Bazi, e la donna yazida Samia Sleman Kamal, entrambi rapiti dai gruppi jihadisti.
Presente anche il Cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo, Carl Anderson, che – ha spiegato mons. Auza – con la sua organizzazione ha contribuito alla realizzazione di un rapporto di 300 pagine sulle violenze contro i cristiani in Medio Oriente, tanto accurato da spingere il segretario di Stato Usa, John Kerry, a definire ciò che sta accadendo contro cristiani, yazidi e altre minoranze religiose della regione “un genocidio”.