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Unioni civili: il testo passa anche in Commissione Giustizia della Camera

Respinti tutti gli emendamenti. La denuncia degli oppositori: “Sedute notturne per approvare il ddl, Mattarella valuti le violazioni delle procedure parlamentari”

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Nella notte tra martedì è mercoledì il ddl Cirinnà sulle unioni civili è stato approvato dalla Commissione Giustizia della Camera, dove è stata eliminata ogni proposta di revisione.

“Sono stati respinti tutti gli emendamenti e grazie alla presidente Ferranti”, ha scritto in una nota Micaela Campana, responsabile Diritti della segreteria nazionale del Pd e relatrice in Commissione Giustizia della proposta di legge.
La Campana ha quindi spiegato quello che sarà ora l’iter del testo: dovrà passare per le altre Commissioni e, una volta ricevuta l’approvazione, potrà andare in Aula, “presumibilmente i primi giorni di maggio”, ha aggiunto.
All’esultanza della Campagna, che ha prefigurato “un traguardo storico per tutto il Paese”, si contrappone il malcontento di Eugenia Roccella, deputata di Idea. “Sulle unioni civili – il suo commento – la Presidente della Commissione Giustizia alla Camera ha deciso per le sedute notturne, benché la discussione in Aula sia calendarizzata solo a maggio, e non vi siano quindi particolari motivi di urgenza”.
Medesima denuncia era giunta due giorni fa anche da Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli. “Il Presidente del Consiglio, augurando la rapidissima approvazione alla Camera del ddl sulle Unioni Civili, ha auspicato anche sedute notturne in Commissione Giustizia per accelerare i tempi”, la sua riflessione.
“Già si profila quindi un nuovo voto di fiducia anche a Montecitorio, reiterando la strategia di chiudere la bocca al confronto democratico”, ha aggiunto Gandolfini. Il quale ritiene che “diviene sempre più intollerabile l’atteggiamento di protervia e arroganza del Governo, di fronte ad un tema di enorme coinvolgimento sociale”. Di qui la sua richiesta di “un’attenta valutazione delle palesi violazioni delle procedure parlamentari e dei profili di incostituzionalità del testo da parte del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale”.
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ZENIT Staff

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