Masseo, dando da mangiare agli uccelli, sapeva di essere tramite della Provvidenza. Finita l’operazione mattutina, richiudeva la finestra e rimaneva a guardare, a godere e contemplare lo spettacolo dato dalla varietà di colori e dal riconoscente e corale cicaleccio e cinguettio.
Da alcuni giorni si presentava, ormai con puntualità, un uccello rarissimo, bellissimo per i suoi colori e leggiadro nel suo volo, un vero capolavoro della natura. Masseo lo contemplava ogni mattino e a lungo, gettando per lui qualche razione in più. Finché un giorno si lasciò vincere dalla tentazione di prenderlo e portarselo in gabbia per averlo vicino e vederlo meglio.
Cominciò la caccia: bastarono alcuni gesti sospetti di Masseo e quel rarissimo uccello, non solo non si lasciò prendere, ma non si fece più vedere. Allora Masseo cominciò a riflettere: quando volevo il bene di quella creatura, lasciandola libera, la potevo vedere, godere, ammirare: appena ho cominciato a volerla per me, l’ho perduta.
Voler possedere significa perdere. Voler bene significa volere il bene dell’altro, lasciandolo libero; significa volere per lui il sommo bene, Dio. E chi sa amare non si attacca a niente, perché ha già tutto. “Chi possiede, viva come se non possedesse nulla: passa la figura di questo mondo”.
Chi possiede l’albero gode perfino di ogni foglia; se ne stupisce anche mentre la vede tingersi di giallo; la ammira quando si stacca per correre a ringraziare la radice.
Ciao da p. Andrea
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Chi troppo vuole
Chi sa amare non si attacca a niente, perché ha già tutto