Il ciclo di presentazioni dell’esortazione apostolica Amoris laetitia prosegue con i membri del corpo diplomatico presso la Santa Sede e i leader delle ong internazionali. A questi ultimi il documento è stato illustrato in occasione di un congresso promosso ieri in Vaticano dal forum delle organizzazioni cattoliche con base a Ginevra.
Nel suo intervento, monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha sottolineato il duplice e speculare compito della Chiesa: da un lato “non essere reticente nell’annunciare l’ideale pieno del matrimonio”, dall’altro comunicare il “Vangelo della Famiglia”, in modo che le giovani coppie si aprano alla società e non ripieghino una “visione meramente romantica dell’amore”, sebbene, dall’altro lato, vi sia il rischio dell’“assenza di sogni” da parte loro.
Il capodicastero ha dunque sottolineato la funzione sociale della famiglia, in ragione della quale, se la famiglia va in crisi, entra in crisi l’intera società. La Amoris laetitia, ha proseguito, è un testo “enormemente sociale e politico” e “mostra una visione strategica che va colta nella sua forza programmatica”.
L’esortazione apostolica, ha osservato Paglia, mostra tutto il volto materno della Chiesa, che, come una madre, “non nega la malattia, ma farà di tutto per aiutare la guarigione e non si fermerà davanti a nulla”.
Al tempo stesso, il matrimonio è “indissolubile” ma “il legame della Chiesa con i figli e le figlie di Dio lo è ancora di più, perché è come quello che Cristo ha stabilito con la Chiesa, piena di peccatori che sono stati amati quando ancora lo erano e non sono abbandonati neppure quando ci ricascano”.
Da parte sua, monsignor Ivan Jurkovic, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra, ha ricordato il carattere universale della famiglia naturale, che la Chiesa sta continuando a difendere da tutti i tentativi di revisione ideologica avanzati dai trattati internazionali.
Pertanto, uno strumento come l’esortazione apostolica Amoris laetitia, può diventare un terreno di dialogo con posizioni anche differenti sulla famiglia naturale, pur difendendo fermamente il punto di vista della Chiesa e la sua dottrina.
Le nuove “categorie antropologiche” sono “in gran parte o completamente inaccettabili per la Chiesa Cattolica. “Noi come struttura diplomatica della Santa Sede abbiamo questo vantaggio di proporre le idee anche a nome di molti altri”, ha dichiarato monsignor Jurkovic. “Sebbene a volte siamo considerati impertinenti, andiamo avanti e ripetiamo il nostro messaggio”, ha aggiunto.
“Penso che questo sia molto apprezzato, forse anche da altri Stati che non condividono totalmente la nostra posizione, ma sono vicini dal punto di vista della visione antropologica o tradizionale o “naturale”, come si dice”, ha poi concluso l’osservatore permanente.
"Amoris Laetitia" / ZENIT - HSM, CC BY-NC-SA
Amoris laetitia. Mons. Paglia: “Un testo enormemente sociale e politico”
Intervenendo alla presentazione dell’esortazione apostolica al corpo diplomatico, il capo Dicastero individua la “maternità” della Chiesa insita nel documento