ZENIT - PM

"Amoris laetitia" e San Francesco

Il racconto del fascino del Santo per il Natale e la famiglia

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Papa Francesco nella esortazione apostolica Amoris laetitia dedica i capitoli inziali a illustrare la prospettiva con cui intende vedere la realtà e così nel terzo capitolo «raccoglie una sintesi dell’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e la famiglia». Proprio in tale parte vi è anche un riferimento al Santo da cui ha preso il nome pontificio: infatti il Papa invita a contemplare «il mistero del Natale e il segreto di Nazaret, pieno di profumo di famiglia! È il mistero che tanto ha affascinato Francesco di Assisi».
L’episodio che evidenzia la contemplazione da parte del Santo della nascita di Gesù e della sua divino-umanità è certamente quello di Greccio avvenuto nel dicembre 1223 – tre anni prima della sua morte – e narrato da Tommaso da Celano nella biografia commissionatagli dal  papa Gregorio IX che ha canonizzato frate Francesco nel luglio del 1228. Ora, grazie ad una scoperta di Jacques Dalarun, si sa che tale Vita dell’Assisiate ha avuto come fonte principale frate Elia, cioè colui che stette accanto a Francesco negli ultimi anni della sua vita prendendosi cura di lui “come una madre”.
Questo accresce certamente il valore della prima Vita di Tommaso da Celano che colloca la celebrazione natalizia a Greccio in una posizione strategica, ossia alla fine della prima parte in una sorta di passaggio e introduzione alla seconda parte che inizia con la narrazione dell’impressione delle stimmate sul monte della Verna. Ecco come la Vita del beato padre nostro Francesco scritta da Tommaso da Celano tra il 1232 e il 1239 e scoperta recentemente da Dalarun narra quanto accadde a Greccio nel 1223: «Perciò con somma applicazione meditava assiduamente tutte le parole e le opere del Signore e in particolare desiderava ardentemente rievocare attraverso qualche rappresentazione quelle che narrano di Cristo nei sacri volumi del Vangelo, a motivo del grandissimo amore che ferveva in lui.
Accadde, dunque, che in una celebrazione solenne della Natività del Signore presso Greccio fece una cosa per rappresentare l’infanzia del nascente Salvatore, assai degno di felice memoria. La stessa notte in cui nacque Cristo in terra, fece preparare una mangiatoia, collocare sopra la mangiatoia del fieno, collocare un bue e un asino presso la mangiatoia. Da molti luoghi sono chiamati i frati per celebrare le solenni vigilie. I popoli confluiscono per vedere il nuovo mistero e, prendendo fiaccole e candele, fanno risplendere la notte. I frati cantano le debite lodi al Signore e l’antico preconio di Betlemme è rinnovato con un nuovo rito a Greccio.
Il santo di Dio sta davanti alla mangiatoia, con lo spirito rivolto al cielo, perfuso di ineffabile gaudio. Si celebrano le solennità delle messe sopra la mangiatoia e il sacerdote gode di nuova consolazione. Il santo di Dio veste e paramenti del levita, poiché era diacono, e canta a voce alta il santo Vangelo. Emette melliflue parole sulla natività del povero Re e sulla piccola città di Betlemme. Infatti, volendo nominare Gesù, a motivo dell’eccessivo amore che bruciava in lui, nominava quel bambino di Betlemme da balbuziente.
Lì si moltiplicano i doni dell’Onnipotente e da un uomo di virtù è sorta una visione mirabile. Vedeva in quella stessa mangiatoia giacere un bambino esanime, avvicinandosi verso il quale il santo di Dio lo svegliava velocemente da una sorta di sonno profondo. Giustamente, a colui che medita l’infanzia di Cristo apparve l’infante e bambino, poiché dal suo servo fu ricondotto alla memoria di molti, nei cui cuori era lasciato cadere in oblio» (cfr. J. Dalarun, La vita ritrovata del beatissimo Francesco, Ed. Biblioteca Francescana, Milano 2015).
In una sorta di accoglienza del consiglio di papa Francesco a non fare «una lettura generale affrettata», ma a valorizzare meglio l’esortazione Amoris laetitia approfondendone «pazientemente una parte dopo l’altra», giovedì 21 aprile 2016 presso la Pontificia Università Antonianum si svolge un seminario di studio volto a conoscere meglio le fonti inerenti Francesco d’Assisi, santo affascinato da «il mistero del Natale e il segreto di Nazaret, pieno di profumo di famiglia!» (cfr. Una nuova vita di San Francesco).
 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Pietro Messa

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione