"Speriamo che l'appello del Papa per padre Tom arrivi alle coscienze dei sequestratori"

Mons. Paul Hinder, vicario apostolico per l’Arabia meridionale, esprime i sentimenti delle comunità cattoliche nella Penisola arabica dopo le parole del Papa di ieri

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“Non ci sono ancora notizie intorno al rapimento di padre Tom. Ma ci ha dato conforto anche ascoltare l’appello per la sua liberazione che ieri Papa Francesco ha lanciato da piazza San Pietro. Speravamo in quell’appello, e adesso speriamo che esso arrivi anche a quelli che lo tengono sotto sequestro e alle loro coscienze. E questa, adesso, la cosa importante”.
Così mons. Paul Hinder, OFMCap, vicario apostolico per l’Arabia meridionale, riferisce all’agenzia Fides i sentimenti ravvivati tra le comunità cattoliche sparse nella Penisola arabica dalla parole che al Regina Coeli di ieri Papa Francesco ha dedicato alla vicenda di padre Tom Uzhunnalil.
Il sacerdote salesiano indiano sequestrato da un commando terrorista di marca jihadista lo scorso 4 marzo, in una casa per anziani si Aden, dopo aver compiuto un assalto in cui sono state massacrate quattro suore missionarie della Carità che curavano gli ospiti del centro, insieme a altre 12 persone.
“Nella speranza donataci da Cristo risorto – ha detto il Pontefice, dopo la recita domenicale del Regina Coeli a San Pietro – rinnovo il mio appello per la liberazione di tutte le persone sequestrate in zone di conflitto armato; in particolare desidero ricordare il sacerdote salesiano Tom Uzhunnalil, rapito ad Aden nello Yemen il 4 marzo scorso”.
Domenica 3 aprile, una delegazione della Conferenza episcopale dell’India aveva incontrato la Ministra indiana per gli affari esteri, Sushma Swaraj, la quale aveva confermato che anche il governo indiano sta operando per favorire la liberazione diUzhunnalil.

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ZENIT Staff

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