Pregnant woman

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Una legge per vietare l'utero in affitto anche all'estero

Sarà presentata domani alla Camera. Il primo firmatario Gigli: “Necessaria una legge di questo tipo, anche per prevenire lo sfruttamento della povertà femminile”

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Si chiama “Disposizioni in materia di perseguibilità del reato di surrogazione della maternità commesso all’estero da cittadino italiano”. Primo firmatario è l’on. Gian Luigi Gigli, deputato di Democrazia Solidale-Centro Democratico e presidente del Movimento per la Vita Italiano. L’obiettivo è quello di vietare la pratica della maternità surrogata anche all’estero. Il testo verrà presentato domani mattina alla Camera dei Deputati. Interverranno anche il capogruppo di Democrazia Solidale-Centro Democratico, Lorenzo Dellai, l’on. Mario Sberna, Maria Grazia Colombo (vicepresidente del Forum delle Famiglie), Enrico Masini (Associazione Papa Giovanni XXIII), Cristina Maculan (Associazione Nazionale Famiglie Numerose).
“La maternità surrogata – sottolinea Gigli in una nota – è un tema complesso, delicato e con numerose zone d’ombra. La discussione sul tema delle unioni civili e i recenti fatti di cronaca, che hanno visto implicate note figure politiche, hanno riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica la pratica aberrante del cosiddetto ‘utero in affitto’. Benché la legge 40 del 2004 lo vieti prevedendo una sanzione penale, è necessario che, in ossequio ai principi dell’universalità e della perseguibilità della legge penale stessa, tale reato sia punito anche quando commesso all’estero dal cittadino italiano, anche per prevenire inaccettabili forme di sfruttamento della povertà femminile e di sottrazione forzata al bambino del rapporto fondamentale con chi lo ha portato in grembo per nove mesi. La proposta di legge di cui sono primo firmatario va in questa direzione”.

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ZENIT Staff

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