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Il tradimento è un atto di viltà

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 26,14-25

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Lettura
Oggi è l’evangelista Matteo, testimone oculare, a raccontarci il tradimento di Giuda, scelto anch’egli, come gli altri Apostoli, a vivere nella cerchia stretta degli amici di Gesù. Giuda consegna il Maestro per trenta monete d’argento, il prezzo di uno schiavo (cfr. Es 21,32). Si realizza così anche la profezia di Zaccarìa, che indicava nella medesima cifra il salario del pastore buono (Zc 11,12). Giuda sta tramando, alle spalle del Maestro, il gioco sporco del tradimento per una somma di denaro. Eppure, Dio sa scrivere la sua storia di salvezza anche servendosi degli errori e dei peccati degli uomini. Il piano di Dio si realizza attraverso strumenti umani, anche se tali strumenti sono condannabili.
Meditazione
Nel brano del Vangelo notiamo un contrasto impressionante: da una parte c’è Giuda, che tradisce il Maestro vendendolo ai capi dei sacerdoti per trenta monete; dall’altra, c’è Gesù che dà disposizioni per la cena pasquale, momento conviviale di gioia e di lode a Dio per la liberazione del popolo eletto dalla schiavitù egiziana. Il Maestro sa perfettamente quello che Giuda sta tramando, ma capovolge la situazione: in quella circostanza per lui tanto dolorosa, egli offre se stesso liberamente alla sua passione; si dona nel pane e nel vino trasformati nel suo corpo e nel suo sangue, in remissione dei peccati. Gesù dà un senso più profondo alla cena pasquale nel valore sacrificale che egli conferisce. L’espressione “il mio corpo”, “il sangue”, nel linguaggio del tempo, era sinonimo di “io stesso”. Nella cena, il tradimento diventa occasione di un dono volontario e totale da parte di Gesù. Egli fa della sua morte una sorgente di vita; il suo amore vince la morte, redime il mondo, e il suo sacrificio apre a noi il cammino di ritorno verso il Padre. Un messaggio di grande portata ci è consegnato dalla Parola di Dio; esso riguarda la libertà umana e l’uso che possiamo farne. Giuda è stato libero di agire, dirigendo la sua libertà verso l’eliminazione del Maestro. Fattori negativi hanno influito sulla sua decisione. Il Vangelo parla di satana che entra in lui. Nei disegni del Padre il tradimento è stato consumato quando per Gesù è venuta la sua “ora”. «Sono forse io, Signore?» domandano a Gesù i discepoli. È il simbolo dell’atteggiamento di timore che tutti dovremmo avere di fronte alla possibilità di tradire e negare il Signore. È una domanda che tutti ci portiamo dentro e che è un severo avvertimento.
Preghiera
Custodisci, Signore, le nostre volontà, perché usiamo della libertà creaturale che tu ci dai, per servirti con piena adesione al tuo piano di salvezza per noi e per i nostri fratelli.
Agire
Nei momenti di tristezza, di delusione, di dolore non lasciamo che la fede sia offuscata e che la nostra preghiera diventi muta.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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