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La mano donatrice

Chiunque ha fame e sete di Dio, non vuole tanto conoscere chi ne porge la parola, ma gli interessa solo chi dona la vita

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Mi hanno regalato una gabbia con alcuni uccelli. La prima volta che misi la mano dentro per accomodare la scaletta, ci fu un lungo frullio d’ali per lo spavento, tanto che gli uccelli ivi rinchiusi sbattevano contro le pareti nel tentativo di scappare dalla gabbia.
Era la prima volta che facevo questo gesto con i miei uccellini. Raccontai al mio amico questa strana reazione osservata nella gabbia. Allora lui colse l’occasione per dirmi che tutti gli uccelli temono presenze o gesti rapaci ed hanno il terrore di essere afferrati. Mi fece capire che, se si sono spaventati, era solo perché avevano visto entrare la mia mano vuota.
Per dar loro fiducia bisogna mostrare  prima di tutto il grano da mangiare. Del resto è scontato il loro spavento nel vedere entrare nella gabbia una mano vuota.
L’importante, nel dare loro da mangiare, è far gustare alcune volte il grano nella gabbia e poi ripetere il gesto in cui vedono una mano che porta quel grano che hanno già gustato.
In un secondo momento, guardinghi per incominciare a mangiare, aspettano che la mano si ritiri. Appena constatano che la mano è piena di cibo ed è soltanto donatrice, allora per saziarsi, ti vengono addirittura nella mano. A loro interessa solo il cibo. E’ scontato lo spavento iniziale, ma spontanea la fiducia.
Ringrazio l’amico e me ne tornai a casa contento non solo per aver imparato a dare da mangiare agli uccelli in gabbia. Ho capito che chiunque ha fame e sete di Dio, non vuole tanto conoscere chi ne porge la parola, ma gli interessa solo chi dona la vita.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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