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La Chiesa d'Irlanda ricorda il "migrante" San Patrizio

In un messaggio per la festa dell’evangelizzatore d’Irlanda, mons. Martin chiede preghiere per i profughi e per le loro famiglie sottolineando che anche San Patrizio era uno di loro

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“Come irlandesi, non possiamo pensare a San Patrizio  prigioniero schiavo in esilio, clandestino, migrante senza riconoscere le enormi sfide umanitarie pastorali che ci pongono un numero crescente di persone che si trovano sfollate e senza documenti nel nostro mondo”. Mons. Eamon Martin, arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda, ricorda con queste parole il Santo Patrono irlandese, nel giorno della sua solennità.
In un messaggio ripreso dall’agenzia Sir, il presule tenta di attualizzare la figura di questo Santo del V secolo, famoso per aver evangelizzato l’Irlanda e per aver introdotto il simbolo della croce solare sulla croce latina, facendo diventare la croce celtica il simbolo del Cristianesimo celtico.
Parlando quindi della “crisi dei profughi qui in Europa”, mons. Martin chiede di pregare per loro e per le loro famiglie. E aggiunge: “Dalla città cattedrale di Armagh, invio calorosi saluti nel giorno di san Patrizio a tutti gli irlandesi in patria e all’estero e a tutti coloro che si uniscono nel celebrare il nostro patronoConsapevoli che il nostro Santo protettore incontrò l’Irlanda come migrante, porgo un saluto speciale ai nuovi irlandesi, ai molti migranti che hanno ora la loro casa tra noi. Céad mile failte romhaibh!”.
Nel messaggio l’arcivescovo lancia poi un invito sull’esempio del Santo: “Apritevi ad un’amicizia personale con Cristo e ad una esperienza della misericordia di Dio nella vostra vita. Questa esperienza cambierà la vostra vita, come ha fatto per San Patrizio, e vi ispirerà come raggiungere in misericordia e carità coloro che soffrono e che hanno bisogno”.

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ZENIT Staff

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