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La diga e il torrente

L’acqua del torrente passa, corre ed è sempre presente: passa e va e, correndo, resta a disposizione di chi la vede passare

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L’acqua del torrente, libera e scrosciante, canta la sua libertà; sembra non trovare, né volere ostacoli; invece proprio questi la rendono attraente e sonora.
Improvvisamente s’imbatte in una gigantesca diga, tutta cemento armato. Alt!  Dopo il primo urto, si ferma, s’ingrossa e sembra arrendersi all’impatto
L’acqua non rimane stagnante, ma, operosa: di sotto, ai lati, in una maniera del tutto silenziosa, spinge, chiede in vario modo, anche se dolce, di passare.
Goccia, dopo goccia, filtra dalle fessure trovate o provocate dalla sua presenza supplice. Attende l’accorrere inarrestabile di altra acqua; allora si alza, si alza; finchè trova il modo di scavalcare la diga, senza abbatterla.
Alzano la diga? Quell’acqua allora trova il modo di superare dighe e montagne concedendosi al sole che la trasforma in nube leggera; è così che può volare a refrigerare, irrigare, dissetare.
Anche il torrente impetuoso m’insegna la non violenza, la pazienza e la costanza del “chiedete e vi sarà dato” e del “a chi bussa sarà aperto”. È proprio vero quanto diceva una poesia imparata sui banchi delle medie e riferita ad una goccia che cade sulla roccia: “Fatica assidua, lunga e operosa, vince ogni cosa.”
L’acqua del torrente e del fiume passa, corre ed è sempre presente. La sua continua presenza è un continuo passaggio; passa e va e, correndo, resta a disposizione di chi la vede passare.
Che bella lezione.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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