Pope Francis during today's Mass in Santa Marta

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Santa Marta: "Suore uccise in Yemen, malati della 'Terra dei Fuochi'… Le 'valli oscure' del nostro tempo"

Nella Messa mattutina, il Papa commenta i drammi attuali come quello dei profughi o dei clochard morti di freddo per strada. Ma assicura: “Il male non è definitivo, il Signore è sempre con noi”

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Boris, il clochard 56enne morto assiderato a Roma. Poi Judith, Reginette, Anselm e Marguerite, le quattro Missionarie della Carità trucidate nello Yemen. E, infine, tutte le donne, gli uomini e soprattutto i bambini che si ammalano nella ‘Terra dei fuochi’.

Il loro ricordo torna nella Messa a Santa Marta di oggi, durante la quale Papa Francesco parla delle “valli oscure” del nostro tempo, tutti quei drammi, cioè, che sembrano non avere risposta.

“Quando noi, oggi – dice il Pontefice – guardiamo tante valli oscure, tante disgrazie, tanta gente che muore di fame, di guerra, tanti bambini disabili, tanti … tanti che adesso, tu chiedi ai genitori: ‘Ma che malattia ha?’ – ‘Nessuno lo sa: si chiama malattia rara’. È quella che noi facciamo con le nostre cose: pensiamo ai tumori dalla Terra dei fuochi… Quando tu vedi tutto questo, ma dove sta il Signore, dove sei? Tu cammini con me?”.

Erano gli stessi sentimenti che provava Susanna, la protagonista della prima Lettura di oggi, tratta dal Libro di Daniele: donna giusta ma “sporcata” dal “cattivo desiderio” di due giudici, dice il Papa. Lei, aggiunge, “preferisce affidarsi a Dio e scegliere di morire innocente piuttosto che fare quello che volevano questi uomini”.

E davanti a tutto questo, la domanda è: “Ma, Signore, dove sei Tu?”. Signore, dove sei davanti alle quattro suore di Madre Teresa che “servivano per amore, e sono finite trucidate per odio”? Oppure “quando tu vedi che si chiudono le porte ai profughi e li si lasciano fuori, all’aria, con il freddo…”?

“Come posso affidarmi a Te – prosegue il Papa – se vedo tutte queste cose? E quando le cose succedono a me, ognuno di noi può dire: ma come mi affido a Te?”. A questa domanda, afferma Bergoglio, c’è soltanto una risposta: “Non si può spiegare, no io non ne sono capace”.

“Perché soffre un bambino? Non so: è un mistero, per me”. “Soltanto – sottolinea il Vescovo di Roma – mi dà qualcosa di luce… non alla mente, all’anima… Gesù al Getsemani: ‘Padre, questo calice, no. Ma si faccia la Tua volontà’. Si affida alla volontà del Padre. Gesù sa che non finisce tutto, con la morte o con l’angoscia, e l’ultima parola dalla Croce: ‘Padre, nelle Tue mani mi affido!’, e muore così”.

Allora bisogna “affidarsi a Dio, che cammina con me, che cammina con il mio popolo, che cammina con la Chiesa: e questo è un atto di fede. Io mi affido. Non so: non so perché accade questo, ma io mi affido. Tu saprai perché”.

Gesù insegna infatti che “chi si affida al Signore che è Pastore, non manca di nulla”, ricorda il Pontefice. Così, anche di fronte a queste “valli oscure” il cristiano “sa che il male è un male del momento, ma il male definitivo non ci sarà perché il Signore, ‘perché Tu sei con me. Il Tuo bastone e il Tuo vincastro mi danno sicurezza’”.

Questa, però, “è una grazia che dobbiamo chiedere”, annota il Papa. E suggerisce anche la preghiera da rivolgere a Dio: “Signore, insegnami ad affidarmi alle Tue mani, ad affidarmi alla Tua guida, anche nei momenti brutti, nei momenti oscuri, nel momento della morte”.

“Ci farà bene, oggi, pensare alla nostra vita, ai problemi che abbiamo e chiedere la grazia di affidarci alle mani di Dio”. Ci farà bene, insiste Francesco, “pensare a tanta gente che neppure ha un’ultima carezza al momento di morire. Tre giorni fa è morto uno, qui, sulla strada, un senzatetto: è morto di freddo. In piena Roma, una città con tutte le possibilità per aiutare. Perché, Signore? Neppure una carezza… Ma io mi affido, perché Tu non deludi”.

“Signore non ti capisco”, conclude Bergoglio, “questa è una bella preghiera. Ma senza capire, mi affido nelle tue mani”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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