India: leggi anticonversione nelle mani degli estremisti

La strumentalizzazione denunciata dal vescovo di Bhopal, monsignor Leo Cornelio

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“Le leggi anticonversione sono divenute uno strumento con cui i gruppi estremisti perseguitano le minoranze, specialmente i cristiani”. Così monsignor Leo Cornelio, vescovo di Bhopal, ha commentato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’attuale situazione in Madhya Pradesh, lo Stato in cui si trova la sua diocesi, dove lo scorso gennaio sono stati arrestati tredici cristiani con l’accusa di aver convertito forzatamente dei fedeli indù al Cristianesimo.
Il Madhya Pradesh è infatti tra i sette Stati indiani in cui vigono le Leggi sulla Libertà Religiosa, comunemente note come leggi anticonversione. Nate per prevenire le conversioni forzate, ma di fatto all’origine di dure discriminazioni, violenze e violazioni dei diritti delle minoranze religiose, le leggi anti-conversione sono in vigore in sette stati della federazione: Chhattisgarh, Himachal Pradesh, Gujarat, Madhya Pradesh, Arunanchal Pradesh, Rajasthan e Orissa. Il Madhya Pradesh è stato il primo Stato a dotarsi di tale legislazione nel 1967.
“I tredici arrestati stavano pregando insieme e devono aver fatto troppo rumore, disturbando qualcuno”, afferma monsignor Cornelio confermando la presenza anche di minori tra i fedeli trattenuti dalla polizia. L’episodio rappresenta un chiaro esempio della facilità con cui ci si può servire delle leggi anticonversione.
“Le norme dovrebbero garantire che i gruppi religiosi non costringano altri ad abbracciare la propria fede. Ma come è possibile evitare che qualcuno con interessi economici, politici o personali, le utilizzi per i propri scopi?”.
Il presule spiega che le Chiese cristiane non tentano in alcun modo di convertire i fedeli di altre religioni al Cristianesimo, sebbene non esclude che vi possano essere stati dei tentativi eccezionali da parte di sette di ispirazione cristiana. Al tempo stesso sottolinea come perfino le opere di carità vengano male interpretate dai gruppi oltranzisti.
“Ci accusano di prenderci cura della povera gente unicamente al fine di convertirla – prosegue il vescovo -. Sono perfino arrivati ad incolpare Madre Teresa di questo. In realtà sono le persone a chiederci perché le aiutiamo e quando spieghiamo loro che questo è ciò che ha insegnato Gesù, vogliono abbracciare la nostra fede”.
Il presule mette in guardia dai pericoli dell’adozione di una legge anti-conversione a livello generale e sottolinea come pur non essendo direttamente il governo a far soffrire le minoranza, da quando il partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (NJP) ha guadagnato la presidenza con Narendra Modi, i gruppi oltranzisti sono maggiormente radicalizzati.
“Gli estremisti manipolano i casi di conversione ed esercitano pressioni sulla polizia affinché arresti i presunti colpevoli. Così si iniziano lunghi processi che possono durare anche anni a causa della lentezza del nostro sistema giuridico. E noi minoranze continuiamo a soffrire”, conclude poi monsignor Cornelio.

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ZENIT Staff

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