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Il vigile matto

È indecifrabile l’uomo senza contesto, se non ha famiglia, se non vive in una comunità

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È proprio vero che ogni cosa o persona è capita per quello che è e per quello che fa se è posta nel giusto contesto.
Ricordo che, ancora bambino, mi portarono per la prima volta in città. In una grande piazza vidi un signore: in piedi, su una pedana, solo, si girava su se stesso e con i guanti bianchi gesticolava, alzando la destra, la sinistra, poi allargava le braccia a forma di croce e così di seguito. Rivolgendomi alla mamma: “El xe mato!”- esclamai.
Sorridendo ella mi spiegò che non era matto, ma era un vigile urbano che con tutti quei gesti, all’incrocio e nel traffico, stava aiutando le persone a circolare con ordine. Tutto è normale perché agisce nel suo contesto di lavoro.
Sarebbe anormale se facesse quei gesti o si comportasse in quel modo fuori contesto, in un negozio, in chiesa o in famiglia.
Come ogni frase se è posta nel suo contesto ha un significato; ma, presa isolatamente, potrebbe assumere un significato addirittura contrario.
Un bastone in mano a chi attizza il fuoco, o ad uno adirato, o portato da un escursionista, o brandito da un pastore o impugnato da mio nonno, assume scopi e significati diversi perché diverso è il contesto delle persone che lo usano. Sarebbe indecifrabile se buttato lungo la strada.
Senza contesto è quasi impossibile decifrare la realtà.
È indecifrabile l’uomo senza contesto, se non ha famiglia, se non vive in una comunità.
L’uomo può unicamente capire se stesso quando vive nel contesto della fratellanza universale.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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