Il Mcl chiama a raccolta i sindaci per ‘restituire l’anima alla politica’

A Roma nei giorni 11 e 12 marzo, all’hotel Ergife “Ricostruire la rappresentanza a partire dagli enti locali: bene comune, sussidiarietà e corpi intermedi”

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“Una democrazia senza un’ “anima” partecipativa è una democrazia perduta…” Carlo Costalli continua a crederci, a dispetto del tasso di astensionismo e della e-democracy, la quale, par di capire, è considerata più un mito che una via d’uscita dalla crisi del sistema politico.
Il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori non cessa di tessere, ma l’obiettivo non è quello di fondare un partito dei cattolici, bensì, ammette, di “ricostruire una rappresentanza attraverso l’avvicinamento delle istituzioni alle esigenze dei cittadini, attraverso la loro collaborazione all’attività culturale economica sociale e politica della comunità, attraverso la riacquisizione di un virtù civica della quale nessuno Stato democratico può fare a meno”.
L’impegno politico non è escluso, ma in questo momento, osserva, “si possono sanare le ferite inferte alla nostra democrazia – tra esse soprattutto la verticalizzazione al posto della solidarietà – con la riscoperta e l’attuazione della sussidiarietà che valorizza la società civile e i diversi corpi intermedi, che favorisce lo sviluppo delle dinamiche sociali moltiplicando i rapporti sociali, che reintroduce la consapevolezza dei doveri spezzando l’egemonia della cultura dei soli diritti frutto della visione individualista”.
Sullo sfondo delle riflessioni di Costalli c’è la battaglia contro la stepchild, certo, ma l’incontro convocato a Roma nei giorni 11 e 12 marzo, quando all’hotel Ergife il Mcl riunirà gli amministratori locali cattolici, guarda oltre e lancia una sfida alle “logiche centraliste”, che “si contrastano ponendo la persona al centro delle istituzioni che, altrimenti, diventano assolutiste». Lo spazio istituzionale più idoneo a farlo – dicono al Mcl – sono proprio i Comuni”.
La convention romana – “Ricostruire la rappresentanza a partire dagli enti locali: bene comune, sussidiarietà e corpi intermedi” è il titolo dell’appuntamento – scommette dunque sulla possibilità di seminare a questo livello la Dottrina Sociale della Chiesa, per farne la radice di una ricostruzione della rappresentanza.
Lo strumento sarà questo contributo formativo che parte – grossa differenza rispetto al passato – da “minoranze creative” di cattolici che difendono principi condivisi da una “maggioranza silenziosa” che però, lasciata sola, “rischia di cedere allo sconforto” ammonisce Costalli.
Il proposito del presidente del Mcl nel presentarci quest’iniziativa è chiaro: “Non si tratta di una discesa in campo per sostenere una o un’altra formazione politica, ma di assumersi la responsabilità di lavorare per rompere il perenne tentativo di isolare il ruolo dei cattolici dall’impegno pubblico. Si tratta di non far passare inascoltato l’appello rivolto da Papa Francesco durante il Convegno ecclesiale di Firenze: “i credenti sono cittadini” invitati a “dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico” poiché questa costituisce “una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune”.
Dare degli strumenti a questa possibile rinascita non può non essere sentito come un compito da quei cattolici educati alla decisività di una presenza originale nello spazio pubblico. Un’azione dei cattolici non settaria o sterilmente identitaria, che potrebbe essere il laboratorio per la nascita di un “civismo nazionale” capace di essere innestatore di processi di vero riformismo e di riaffermazione della libertà della persona e delle comunità”.
Naturalmente, l’iniziativa si innesta in un momento propizio: le elezioni amministrative imminenti tendono a riproporre infatti uno schema logoro, fatto di candidature affrettate e alleanze politiche tenute insieme dalla forza della disperazione. Ma il problema, riflettono al Mcl, non si esaurisce in questo momento elettorale, in quanto «la crisi ha prodotto un’inadeguatezza complessiva del sistema istituzionale, evidenziata a livello centrale da un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale che ha favorito anche un trasformismo mai visto prima in Italia, e a livello locale evidenziata da una diffusa difficoltà di governo, spesso condizionata anche da logiche distorsive e clientelari, e da un declino della moralità pubblica con la conseguente perdita di vista dell’obiettivo principale: il senso di dedizione verso il bene comune.
“Siamo di fronte – spiega il presidente del movimento – a una personalizzazione e verticalizzazione delle istituzioni che tendono ad allontanarsi dalla rappresentazione degli interessi collettivi e dalla necessaria capacità di interpretare le ricche articolazioni territoriali e sociali che caratterizzano il nostro Paese. Tutto questo ha provocato un astensionismo sempre più crescente e un ampliamento dell’area dei non rappresentati che non può essere il web a colmare». Colmare questo vuoto con una proposta sociopolitica di spessore è dunque l’obiettivo dell’appuntamento romano”.

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Paolo Accomo

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