Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il primo ministro della Repubblica Democratica di Timor Est, Rui Maria de Araújo, il quale ha successivamente incontrato il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, accompagnato dal sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Antoine Camilleri.
Il premier, arrivato con una delegazione di 11 persone tra cui la moglie, è giunto in Vaticano alle 9.35 e si è intrattenuto per il colloquio privato con il Papa – alla presenza di un interprete dal portoghese – per 26 minuti, fino alle 9.51. Come spiega una nota della Sala Stampa vaticsona, durante il dialogo “sono stati evocati i buoni rapporti tra la Santa Sede e Timor Est, come pure il contributo storico della Chiesa all’edificazione della Nazione e la collaborazione esistente con le Autorità civili in vari ambiti sociali, quali l’educazione, la sanità e la lotta alla povertà”.
Al momento dello scambio dei doni, de Araújo ha regalato al Pontefice una scatola con dei paramenti realizzati da artigiani locali e un cesto con alcuni prodotti tipici, tra cui delle confezioni di caffè. Il Papa ha ricambiato con il medaglione dell’ulivo della pace e una copia della esortazione apostolica Evangelii Gaudium e una della enciclica Laudato Si’.
Al termine dell’incontro con il segretario di Stato, ha poi avuto luogo, nella Sala dei Trattati, lo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo tra Santa Sede e Repubblica Democratica di Timor Est, firmato a Díli il 14 agosto 2015 e che ora entra in vigore, ai sensi dell’articolo 26. L’intesa, composta da un Preambolo e 26 articoli, sancisce il riconoscimento della personalità giuridica della Chiesa e delle sue Istituzioni e garantisce alla Chiesa la libertà di svolgere la propria missione in favore della popolazione timorese.
Nel corso della cerimonia è intervenuto poi il cardinale Parolin che ha anzitutto ringraziato le autorità del paese per l’accoglienza riservatagli durante la sua visita a Díli, nell’agosto scorso, come Inviato Speciale del Papa per le celebrazioni dei 500 anni dell’evangelizzazione dell’Isola.
Sull’Accordo il segretario di Stato ha spiegato che esso, “tenendo conto del ruolo storico e attuale svolto dalla Chiesa cattolica nella vita della Nazione e del radicamento profondo della Religione cattolica nella società timorese, fissa in modo stabile il quadro giuridico delle relazioni, sia tra la Santa Sede e la Repubblica Democratica di Timor Est, sia tra la Chiesa cattolica e lo Stato timorese”.
L’intesa – ha aggiunto – “è frutto di anni di negoziato, sostenuto da un comune spirito di dialogo, di collaborazione e di costante ricerca degli strumenti giuridici più idonei a sancire il riconoscimento da parte dello Stato del servizio che la Chiesa cattolica svolge in favore del popolo timorese. Tale impegno riguarda l’ambito spirituale, così come quello dell’educazione, della solidarietà, dell’assistenza ai più deboli e di molte altre attività che contribuiscono positivamente alla crescita integrale del vostro amato popolo”.
Dunque, grazie a questo strumento giuridico, “la comunità cattolica potrà prodigarsi con sempre maggiore sollecitudine in favore del bene di tutti”, ha sottolineato il porporato, evidenziando che “la Chiesa non ricerca privilegi particolari ma desidera offrire un contributo libero e creativo per l’edificazione di una società sempre più armoniosa, animata dalla giustizia e dalla pace”. “Naturalmente – ha concluso Parolin – la missione ecclesiale potrà essere ancora più fruttuosa e incisiva, se i principi contenuti in questo Accordo troveranno da ambo le Parti piena accoglienza e applicazione”.