Una complessa opera di restauro ha riportato al loro antico splendore gli affreschi delle Catacombe romane dei Santi Marcellino e Pietro. I costi dell’operazione – i cui risultati sono stati presentati oggi nella sede del Pontificio Consiglio della Cultura – sono stati sostenuti dalla Fondazione “Heydar Aliyev”, presieduta dalla signora Mehriban Aliyeva, consorte del presidente musulmano dell’Azerbaigian.
Il finanziamento – informa una nota vaticana – è stato erogato nell’ambito di un accordo sottoscritto nel 2012 e ha permesso, con avanzate tecniche conservative, il restauro di straordinari monumenti pittorici: il Cubicolo di Susanna e del fossore; Nicchia di Daniele; Arcosolio di Sabina; Arcosolio di Orfeo; Cubicolo della Madonna con due Magi, Cubicolo della matrona orante. L’ultimo intervento ha riguardato un gioiello pittorico detto “della matrona orante”, un cubicolo che mostra una matrona dal capo velato con le braccia aperte.
Le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, situate su via Casilina 641, meta privilegiata di pellegrinaggio, sono legate al martirio dei Santi Marcellino e Pietro, condannati a morte nel 304 d. C. per volere dell’imperatore Diocleziano. Sono le terze a Roma per estensione, custodendo in un’area sotterranea di oltre 18 mila metri quadrati, pitture paleocristiane uniche al mondo, poste all’interno del complesso archeologico “Ad duas lauros”. Il recente e prezioso lavoro di restauro ha restituito agli affreschi i loro color originari.
La collaborazione tra Santa Sede e Azerbaigian – informa ancora il comunicato – proseguirà con altri importanti progetti. Oggi, in particolare, è stato siglato un protocollo di intesa per opere di restauro e la valorizzazione del complesso monumentale di San Sebastiano fuori le Mura, sulla via Appia Antica. L’accordo riguarda, tra l’altro, una straordinaria collezione di sarcofagi.
