Il cessate il fuoco in Siria ha avuto inizio con un importante successo ottenuto dall’esercito siriano coadiuvato da quello russo. Le forze armate – come riferisce l’agenzia Sputnik – hanno completamente riconquistato la città di Kinsabba, considerata ultima sacca di resistenza dei terroristi islamici nella provincia di Latakia.
L’esercito siriano, inoltre, come riportato dal portavoce, ha rimosso delle mine e degli esplosivi che erano stati disseminati dai miliziani in ritirata, che hanno lasciato sul terreno una gran quantità di armi e munizioni. Raccogliendo voci circolate in Rete, Sputnik rivela inoltre che uno dei capi del gruppo islamista Jabhat al-Nusra sarebbe stato ucciso durante gli scontri a fuoco.
Kinsabba è una città strategica, perché collega il governatorato di Latakia con Idlib e perché è vicina al confine turco, attraverso il quale gli islamisti ricevevano gran parte dei loro rifornimenti.
Proprio il confine turco continua ad essere foriero di preoccupazioni. Il cessate il fuoco appena iniziato, secondo molti analisti, è estremamente fragile, proprio in considerazione di un possibile intervento di terra della Turchia in Siria.
A seguito di un incontro a Mosca con esponenti del Cremlino, il capo dei curdi siriani, Rodi Osman, ha detto: “La Russia reagirà a qualsiasi invasione. Non riguarda soltanto i curdi, entreranno in guerra per difendere la sovranità territoriale della Siria. Stiamo continuando a liberare il nostro territorio dai terroristi. Potremmo vincere in fretta se non fosse per la Turchia. Gli aerei russi continuano a proteggerci, garantendo il supporto dell’offensiva curda”.
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Siria: le forze armate conquistano la provincia di Latakia
Prima che iniziasse il cessate il fuoco, russi e siriani insieme hanno liberato Latakia dagli islamisti. Il capo dei curdi siriani intanto avverte la Turchia: “Se interviene in Siria, la Russia reagirà”