È entrato in aula del Senato per sopprimere gli emendamenti, ha finito per essere soppresso. Si tratta dell’emendamento Marcucci, noto ai più come il “super-canguro”. Sarebbe dovuto essere l’espediente, ai limiti dei regolamenti prima ancora che della morale istituzionale, per accorpare gli altri emendamenti presentati al ddl Cirinnà (circa 5mila) e bocciarli tutti in un’unica votazione.
Giunto in Aula, tuttavia, questo “canguro” ha avuto una brutta e soprattutto inopinata sorte. Il Movimento 5 Stelle, in nome della correttezza, dopo che la Lega Nord ha ritirato la gran parte dei suoi emendamenti, ha infatti deciso di non votarlo, facendo venire meno il numero necessario per la sua approvazione.
L’improvviso dietrofront dei “grillini” ha colto di sorpresa il Pd e ha seminato tumulti a Palazzo Madama. Ieri sera sono volati stracci. Oggi, il dì dopo la tempesta, la seduta è durata soltanto un’ora. Luigi Zanda, capogruppo del Pd, ha chiesto e ottenuto dal presidente Grasso di convocare la conferenza dei capigruppo, nel corso della quale si è deciso di rinviare la discussione a mercoledì prossimo, 24 febbraio.
“Il Pd pensa che sia necessario fare una buona legge – ha detto Zanda – ma ieri (martedì 16 febbraio, ndr) abbiamo registrato un fatto politico nuovo. Un gruppo, che avevamo visto favorevole all’iter prefissato, ha cambiato opinione. Pensiamo quindi sia necessario un lavoro di riflessione”.
Amarezza da parte di Monica Cirinnà, relatrice del testo. Incontrando i cronisti ha puntato l’indice verso il M5S e ha dato un clamoroso annuncio: “Mi sono fidata del M5S e ne pagherò l’errore – riporta La Repubblica – mi prendo la responsabilità di questo errore e la mia carriera politica la chiudo con questo scivolone”. Poco dopo, su Twitter, ha un po’ corretto il tiro, precisando che solo se la sua legge dovesse essere modificata diventando “una schifezza”, sarebbe pronta a “togliere la firma e lasciare la politica”.
Chi auspica che la legge sulle unioni civili venga non modificata ma stralciata è il popolo delle famiglie che si è radunato al Circo Massimo di Roma il 30 gennaio scorso. Lo ribadisce a ZENIT Filippo Savarese, portavoce di Generazione Famiglia e membro del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, che ha organizzato il Family Day.
Secondo lui, “il Pd è andato a sbattere contro la sua stessa tracotanza, con la quale voleva imporre al Paese una legge così divisiva sottraendola al dibattito parlamentare per mezzo di questo ‘super-canguro’”. Gran parte del merito di questa sconfitta del Pd sulle unioni civili va ascritto al Family Day. Ne è convinto Savarese, che sottolinea come il Circo Massimo straripante abbia dato “corpo visibile a un sentimento popolare di contrarietà a questo ddl”.
L’immagine di quella moltitudine di persone asserragliate nell’antico anfiteatro romano è rimasta impressa negli occhi dei parlamentari. La diagnosi di Savarese in tal senso è chiara: “È dal Family Day che la parabola del ddl Cirinnà ha iniziato a scendere a causa di una serie di novità politiche che si sono innescate: la libertà di coscienza del M5S, il ministro Lorenzin che ha condannato con energia l’utero in affitto, i ‘cattodem’ che hanno ripreso vigore sulle loro posizioni…”.
Il portavoce di Generazione Famiglia ritiene che Renzi abbia commesso il “gravissimo errore” di “affidare un tema così delicato e non in sintonia con il sentimento popolare degli italiani ai rappresentanti parlamentari di lobby piccole e chiassose”. La speranza di Savarese è dunque che il presidente del Consiglio “abbia imparato la lezione” e che venga ritirato il ddl Cirinnà.
Savarese riconosce poi “onore al merito” al M5S, che “ha compiuto un atto di grande coerenza con la propria filosofia politica”, nonostante continui ad essere favorevole a questo ddl. Registrato quanto è successo nelle scorse ore, il popolo delle famiglie volge già lo sguardo alla prossima settimana, quando ricomincerà la discussione in Senato. “La speranza è che al M5S non si sostituisca ora il Nuovo Centrodestra”, chiosa sibillino Savarese. Perché – conclude – “l’obiettivo è quello di rispedire in Commissione il ddl Cirinnà, non di trovare un compromesso”.
ZENIT - SC
Nuovo rinvio del ddl Cirinnà, esulta il popolo delle famiglie
A sorpresa il M5S non vota il “super-canguro”, discussione rinviata al 24 febbraio. Savarese: “È il risultato della mobilitazione del 30 gennaio, ora speriamo che Renzi abbia imparato la lezione…”