Spesso accade che ci proponiamo di vivere la parola del vangelo; ma poi ci mettiamo a soppesare le nostre capacità che troviamo ovviamente fragili e deboli, comunque impari di fronte alle esigenze radicali del soprannaturale.
E finiamo per concludere che il vangelo è troppo esigente e che noi abbiamo tentato di viverlo ma, come sempre, non ci siamo mai riusciti.
A questo punto si entra in una specie di rassegnazione che oserei definire diabolica, perché ti impedisce di riprendere il cammino .
Ciò che invece ci è chiesto da Gesù è di prendere la parola del vangelo, cogliere il significato che la Chiesa le dà e ad occhi chiusi mettersi a viverla. Dico ad occhi chiusi perché se la ragiono all’umana, subito vedo la mia debolezza e neppure tento di viverla.
Ad occhi chiusi perché ciò che Dio mi chiede è sì impossibile alle mie forze, ma S. Paolo mi assicura, ed è verò, che “tutto posso in Colui che mi da forza.”
Ad occhi chiusi mi butto a vivere la Parola perché la Parola è Gesù. Lui è luce ai miei passi; cammino sicuro sulla luce della Parola perché Gesù è la via.
La meraviglia è che mi ritrovo capace di vivere ciò che umanamente mi sembrava impossibile. Allora scopro che un altro vive in me; è esattamente ciò mi ricorda S.Paolo: “Non son più io che vivo, ma è Gesù che vive in me.”
Ciao da p. Andrea
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Frutti della Parola vissuta
Gesù è luce ai miei passi; cammino sicuro sulla luce della Parola perché Lui è la via.