Film "Eggsploitation"

Film "Eggsploitation" - ZENIT FC

Il ddl Cirinnà, la vendita di ovociti e la dignità della donna

Il ginecologo Giuseppe Noia spiega le conseguenze sulla salute correlate alla diffusione del mercato di ovociti, che fa girare grandi flussi di denaro e cagiona l’eugenetica

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Un danno per la donna donatrice, un danno per la mamma e un danno per il bambino. È così che si configura il mercato degli ovociti. Di questo delicato tema se n’è parlato stamattina presso l’aula della Commissione Difesa del Senato, nel corso di una conferenza stampa di Giuseppe Noia, ginecologo e professore, organizzata dall’Associazione ProVita Onlus e dal senatore Lucio Malan, e che ha visto la collaborazione del suo collega Francesco Aracri.
Quest’ultimo, intervenendo ad inizio conferenza, ha tracciato i contorni del paradosso per cui, in un Paese come l’Italia nel quale ogni anno solo mille coppie su 10mila richiedenti riescono ad adottare bambini orfani, si propone una legge, come il ddl Cirinnà, che aprirebbe la strada a metodi di fecondazione eterologa come utero in affitto e vendita di ovociti (a coppie di uomini omosessuali).
Un mercato che, almeno in Italia, è poco diffuso. Ma che all’estero, specie negli Stati Uniti, implica un grande giro d’affari. Lo testimonia il documentario Eggsploitation (“Sfruttamento degli ovociti”), di cui alcune parti sono state proiettate in aula, il quale ha ricevuto un prestigioso riconoscimento al Film Festival della California.
La pellicola raccoglie le testimonianze di giovani e ingenue donne, che frequentano campus universitari, lusingate da offerte di agenzie che le propongono ingenti somme di denaro in cambio della disponibilità di dare i propri ovociti. Molte di loro, bisognose di soldi per potersi finanziare gli studi, accettano le proposte. I richiedenti, quasi sempre, fanno una selezione nei cataloghi proposti dalle agenzie scegliendo livello d’istruzione, colore degli occhi nonché dei capelli delle giovani.
La vendita di una parte del proprio corpo in cambio di denaro, tuttavia, non solo suscita delle perplessità dal punto di vista etico, ma comporta anche delle conseguenze sulla salute. Commovente, finanche stanziante, il racconto di alcune giovani che hanno subito gravi danni a seguito della vendita di ovociti. Una di loro, Jessica, dopo aver per tre volte venduto i suoi ovociti, ha perso la vita a soli 29 anni a causa di un cancro al colon.
La correlazione tra questo e altri mali e la vendita di ovociti l’ha spiegata il prof. Noia. Egli ha detto che l’iperstimolazione ovarica, cui devono essere sottoposte le donne che donano i propri ovuli, “aumenta il rischio di contrarre un tumore al seno”. Ma non solo. Molte donne che hanno venduto i propri ovuli, hanno dovuto rinunciare alla gioia di diventare madri. “Nell’11,5% dei casi, l’ovodonazione comporta la perdita della fertilità successiva”, afferma Noia.
Nemmeno le donne riceventi l’ovulo sono escluse dai possibili danni. Il ginecologo ha spiegato che il parto a seguito di ovodonazione “aumenta il rischio di disordini vascolari ipertensivi che possono anche mettere a rischio la vita”. Rischi simili si possono correre anche con “la perdita dell’utero per via di complicanze come le emorragie post-partum”. Altra conseguenza, questa, correlata all’ovodonazione.
Significativa inoltre la spiegazione del prof. Noia circa i danni che possono subire i neonati. “L’ovulazione aumenta il rischio di parto prenatale”, ha detto. Un’eventualità che – ha aggiunto – “la medicina per anni ha cercato di combattere, ma che oggi, a causa dell’aumento di queste tecniche, sta di nuovo crescendo”.
Il prof. Noia ha inoltre collegato l’ovodonazione alla ridotta crescita del bambino. Già, perché – ha spiegato – “nei sette giorni dopo il concepimento, lo zigote affronta un viaggio all’interno della tuba e si fa riconoscere dalla madre entrando in relazione con lei”. Da questo legame deriva “la prima formazione della placentazione”, che è importante al fine di “far nascere il bambino di un peso adeguato evitando così i problemi che un bambino sottopeso può avere nell’infanzia, nell’adolescenza e nella vita adulta, come ipertensione e problemi neuromotori e psicointellettivi”.
In ragione di questi studi, il prof. Noia ha dunque affermato: “La salute delle donne è un bene prezioso da tutelare, così come la loro capacità di procreare. Espropriarle della verità dell’informazione equivale a rubare il loro corpo, il loro futuro e, soprattutto, la loro dignità”.
Dietro questa offesa della dignità delle donne, secondo Toni Brandi, presidente di ProVita Onlus, “ci sono centinaia di miliardi di profitti”. E per questa ragione – ha aggiunto – c’è qualcuno che vorrebbe forzare la mano all’introduzione di una legge (il ddl Cirinnà) che aprirebbe alla fecondazione eterologa. A tal proposito, il senatore Malan ha spiegato amaramente: “In Commissione Giustizia non si è mai parlato di questo tema. Sono stati interpellati degli psicologi, degli psichiatri, ma mai un medico” che potesse raccontare quali danni comporta la vendita di ovociti.

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Federico Cenci

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