Una nazionale che entusiasma da matti

Iniziate le selezioni per la nazionale italiana che parteciperà al primo campionato mondiale di calcio per persone con problemi di salute mentale a Osaka in Giappone dal 23 al 29 febbraio prossimi.

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Sono iniziate sabato scorso a Roma, presso il centro sportivo Pio IX, le selezioni per la nazionale di calcio italiana che parteciperà al primo campionato mondiale di calcio per persone con problemi di salute mentale a Osaka in Giappone dal 23 al 29 febbraio prossimi.
Insieme all’Italia ed al Giappone paese ospitante parteciperanno le nazionali di Danimarca, Perù, Argentina, Germania, Gran Bretagna e Corea del Sud
Ha raccontato lo psichiatria Santo Rullo, responsabile di Villa Letizia Servizi Clinici per il Disagio Psichico.
“La selezione dei calciatori che rappresenteranno l’Italia è avvenuta su basi democratiche rispondendo ad un appello pubblico lanciato sui principali media. I giocatori hanno affrontato la trasferta a Roma sostenendo le spese del viaggio. Sono stati ospitati presso la Comunità terapeutica di Villa Letizia che io dirigo, dove avverrà anche lo stage residenziale di preparazione dal 12 al 16 febbraio”.
“Circa 30 persone sono arrivate a Roma da molte regioni presso il Campo Pio XI dei Cavalieri di Colombo per sostenere il provino sotto gli occhi del Team Manager Volontario Felice Pulici, gloria della Lazio di Maestrelli Campione d’Italia, del Team Trainer Volontario Vincenzo Cantatore, pugile pluri Campione Europeo dei Massimi Leggeri, del Mister Volontario Enrico Zanchini ex calciatore di serie A di Calcio a 5”.
“I dirigenti dei Cavalieri di Colombo De Majo e Mengoni hanno messo a disposizione della squadra il centro sportivo gratuitamente”.
Tra i trenta che sono arrivati a Roma un siciliano ha visto l’annuncio su Novantesimo Minuto, ed ha deciso di rispondere. Ha chiesto il permesso all’operatore della sua comunità di Palermo, il quale all’inizio non ci credeva, poi di fronte alle insistenze, ha inviato la mail di adesione, ed adesso è probabile la sua convocazione.
Un altro con problemi di salute mentale ha fatto tutto da solo. Ha inviato la mail. Poi dalla Calabria insieme al padre è salito sul treno ed è arrivato a Roma per giocare nella nazionale.
Uno è arrivato da Piacenza e uno da Reggio Emilia. Tra coloro che sono arrivati anche un ragazzo nato in Nigeria ma che vive in Italia. Molto veloce e forte nei contrasti. L’idea è di aggregarlo alla nazionale italiana chiedendo un permesso alla federazione in Giappone.
Nel gruppetto che è arrivato dalla Sadegna, un ragazzo molto bravo nel freestyle con il pallone. Un giocolierie con la palla. Finora aveva fatto tutto da solo. Adesso potrà mettere a servizio di una squadra le sue capacità di palleggiatore.
Intervistato da ZENIT Santo Rullo ha raccontato del grande entusiasmo che è scaturito da questa prima convocazione.
Ma che c’entrano i malati di mente con il gioco del calcio?
In primis per un motivo di riconoscimento e tutela dei diritti di tutte le persone. Spesso ci dimentichiamo che il malato ha diritto non solo alle cure, ma anche ad accedere ad ogni condizione di vita che gli mantenga la dignità di persona e la qualità della vita, in particolare per coloro che sono affetti da disturbi mentali.  L’isolamento sociale che molte patologie psichiatriche induce e lo stigma del disturbo fa perdere alla persona il diritto ad accedere ad uno stile di vita salutare. Lo sport è una di quelle attività per la salute che racchiude molti dei valori fondamentali per l’uomo: lealtà, rispetto per le regole, impegno, sacrificio, determinazione, affidabilità, coerenza, stabilità, lealtà, coraggio, tenacia, confronto con il proprio limite, senso di appartenenza, rispetto per l’avversario.
Chi ha avuto l’idea di organizzare il campionato mondiale a Osaka? E perché?
L’idea nasce da Nobuko Tanaka, Professoressa di Sociologia dello Sport alla Toin University di Yokohama. Nel 2009 venne in Italia a prendere ispirazione dal movimento di operatori della salute mentale che da oltre 20 anni utilizzano lo sport nei programmi di riabilitazione psicosociale. Due anni dopo riuscì ad organizzare una spedizione di dirigenti sportivi, psichiatri universitari, educatori sociali che accompagnarono una squadra di pazienti psichiatrici di Osaka a partecipare al Torneo IntergrAzione da Goal che si tenne a Roma. Nel 2013 la Prof.ssa Tanaka ha organizzato a Tokyo il primo Simposio Internazionale su “Sport per persone con problemi di salute mentale” che, oltre a sottoscrivere una dichiarazione sul valore sociale e psicologico dello sport, ha portato alla proposta a 6 nazioni di partecipare al primo  Campionato del Mondo che si terrà a Osaka in Giappone dal 23 al 29 febbraio prossimi.
Lei è stato tra coloro che hanno dato vita al Calciosociale e che da anni utilizza la pratica sportiva, il calcio in particolare, per la cura e il recupero dalle malattie mentali. Ci spiega di che si tratta e come funziona?
In realtà è stato il Calciosociale ad aver dato vita a me e a diverse centinaia di persone che da 10 anni si trovano a Roma nel quartiere di Corviale per condividere l’esperienza di un calcio che “cambia le proprie regole per cambiare le regole della vita”, come dice Massimo Vallati che è l’anima del Calciosociale. Il Calciosociale è un’attività sportiva agonistica che coinvolge persone di tutte le età, sessi, condizioni fisiche, psichiche e sociali ed abilità calcistiche. Il lavoro con lo sport che abbiamo sempre svolto con gli ospiti della mia comunità terapeutica ha trovato nel Calciosociale un contesto di integrazione straordinario.
Il motivo per l’utilizzo del calcio nei programmi di intervento nei disturbi psichici è semplice. Quando una persona si ammala di un disturbo mentale, dalla depressione alla schizofrenia, mente e corpo tendono a allontanarsi. La persona depressa è rallentata, quella schizofrenica presenta una rigidità motoria. Gli interventi psicologici lavorano solo sulla mente della persona, quelli farmacologici a volte compromettono le abilità motorie. Lo sport rimette la mente al servizio del corpo ed il calcio, sport di squadra e gioco agonistico, aggiunge elementi di comunicazione non verbale, mediata dal pallone, e di socializzazione.
Tra gli organizzatori di questo primo campionato mondiale di calcio c’è anche il comitato olimpico di Tokio. Può dirci chi è che in Giappone condivide queste idee e qual i sono i progetti in ambito olimpico?
Nobuko Tanaka è  Consigliera del Comitato organizzatore delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo 2020. L’idea comune è di sviluppare un’area di studio dell’argomento sport e salute mentale da portare avanti anche in Italia nel percorso di avvicinamento alle nostre Olimpiadi di Roma del 2024, nell’auspicio di vincere la corsa per l’aggiudicazione con Parigi e Los Angeles. Recentemente l’International Manager del Comitato Organizzatore di Roma 2024 ha fatto pervenire una lettera di sostegno alla nostra iniziativa.
C’è qualche possibilità che i malati mentali funzionale possano partecipare ai Giochi olimpici e Paralimpici?
Persone con patologie mentali sicuramente hanno partecipato  e parteciperanno sempre ai Giochi Olimpici. Intendo dire che fortunatamente le persone affette da disturbi mentali possono realizzarsi in diversi campi della vita e conseguentemente anche nello sport. Jan Thorpe, nuovatore vincitore di 5 ori Olimpici soffre di depressione ed ha subito diversi ricoveri psichiatrici.
Il nostro interesse è di comunicare i vantaggi che lo sport porta al benessere mentale di tutti ed in particolare del suo potenziale effetto riabilitativo nelle situazioni di maggiore gravità.
Il terzo obiettivo è quello di convincere la società a non emarginare le persone con sofferenza psichica ed a queste di non perdere il diritto ad uno stile di vita sano.
L’eventuale organizzazione di competizioni d’elite per persone con problemi di salute mentale avrebbe un grande valore per la lotta allo stigma della malattia mentale. La comunicazione della propria esperienza di sofferenza mentale da parte di campioni dello sport avrebbe un’importante ricaduta sulla salute mentale della collettività.
In conclusione santo Rullo ha voluto lanciare un appello:
“Voglio fare un appello per contribuire alla realizzazione del sogno di questi ragazzi: spero che ciascuna squadra di serie A voglia adottare un partecipante, che singoli cittadini donino anche solo 1 euro, che si facciano avanti aziende che vogliano sponsorizzare l’iniziativa”.
Lo si può fare andando sul sito www.stradeonlus.it o sulla piattaforma di crowdfounding www.eppela.it
Per approfondire e conoscere le idee di Santo Rullo e atleti campioni olimpici e oaralimpici sullo sport come scuoal di vita consigliamo la lettura del libro:
“Campioni di Vita” Edizioni Ares  (http://ares.mi.it/products-campioni-di-vita-622.html)
 

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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