Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera di febbraio di monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore della Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma, agli studenti romani.
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Cari studenti universitari,
una settimana fa il Signore ha chiamato alla vita eterna la mia mamma. È stata un’esperienza che mi ha aiutato molto a ripensare la mia vita. Devo dirvi che ho sperimentato la gioia del ringraziamento.
Accogliendo gli amici, che con tanta benevolenza si sono stretti a me, ho cercato di trovare il nucleo centrale di questa mia esperienza di figlio durata 60 anni. Mi è venuta in mente una frase, famosa, di Aldo Moro:
“La stagione dei diritti sarà effimera se non nascerà una nuova stagione dei doveri. Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”.
Cari amici,
mai come nel momento della morte emerge il grande giudizio sulla nostra vita: effimera o eterna.
Quando Aldo Moro pronunciava queste parole la società italiana era al bivio: proseguire sulla strada della ricostruzione, faticosa ma coinvolgente; oppure scegliere la strada del compiacimento narcisistico, certo legittimo, ma privo di ogni prospettiva per il futuro.
Quando si è giovani è facile scegliere la seconda strada, quella dei diritti e delle libertà, priva della responsabilità verso se stessi e verso gli altri.
Io ho avuto il grande dono di credere che l’oggi è sempre ambiguo, mai esaustivo della propria esistenza. Fidarsi dell’oggi significa edificare sulla sabbia, sull’effimero.
Quando studiavo l’Esistenzialismo, di qualunque ispirazione culturale, anche religiosa, ero sempre scettico. Sì l’oggi! Ma domani che sarà?
Cari amici,
l’effimero è l’oggi vissuto senza passato e senza futuro. È l’hic et nunc di chi non sa di avere un’origine e di poter camminare verso una meta. La morte è davanti a me per ricordarmi che devo scegliere se fidarmi dell’effimero oppure se ho un progetto di vita che resta e non si cancella mai.
Chi può liberarmi dall’effimero?
Solo l’amore di Cristo!
Molti hanno cercato di risolvere la questione con proposte di grande spessore religioso o sociale. Penso al progetto del marxismo, all’utopia del progresso continuo, alle esperienze di introspezione psicologica o di vita spirituale: tutto interessante e affascinante. Ma io perché devo impegnarmi, se tutto è effimero?
Anche i cristiani sperimentano la delusione di un’esperienza di fede effimera, forte e aggressiva ma vuota perché dietro di essa non c’è Lui, il Signore della storia.
Cari amici,
la prossima Quaresima, che inizierà il 10 febbraio, nel Giubileo straordinario della Misericordia è un grande dono per ciascuno di noi. È il tempo in cui la mia esistenza, come quella di tutti i battezzati, è posta nella condizione di non aver paura dell’effimero, ma di accoglierlo e donarlo a Lui.
Sì, cari amici,
la Quaresima è il tempo in cui finalmente non devo nascondermi, ma non per fare un percorso di liberazione religiosa o sociale, sia pure con opere di grande richiamo. Essa è il tempo in cui devo scoprire che il Signore ha preparato un progetto nuovo, una stagione nuova di cui tante volte ho dubitato: forse l’effimero è più gratificante e più nuovo.
Ecco il dilemma: la novità dell’effimero o la novità della vita in Cristo? In altri termini: vivo nell’oggi o vivo nell’eternità?
La Quaresima è il tempo nel quale il Signore ti rivela ciò che ha fatto per te, perché tu possa vivere per sempre. È l’oggi della pienezza della mia esistenza e non l’oggi che passa.
Tu vuoi passare, o vuoi restare?
Con Cristo tu puoi dire: tutto passa, io resto. Sì, perché l’effimero passa, il battezzato no.
Cari amici,
Vi auguro di vivere il cammino quaresimale aprendo il vostro cuore e la vostra mente alla Parola che ci comunica un amore incommensurabile, quello di Chi per te ha dato tutto ciò che aveva: la sua vita.
Fidati di Lui! Non ti cerca per arruolarti, ma perché tu possa vivere pienamente.
Per questo Aldo Moro poteva dire con franchezza: la stagione dei diritti e delle libertà da sola non basta per costruire la storia. C’è bisogno di qualcosa di più importante: c’è bisogno dell’amore di Cristo, che ci libera dall’effimero.
Solo Lui può darti gli occhi per vedere la vita con lo stesso amore con cui la vede Lui.
Vi aspetto Mercoledì 3 febbraio alle ore 20.00 nella Basilica di S. Croce di Gerusalemme per prepararci al cammino quaresimale.
Con amicizia
+ Lorenzo, vescovo
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Mons. Leuzzi: “No a diritti e libertà, senza una responsabilità verso gli altri”
Nella sua lettera di febbraio il direttore della Pastorale Universitaria romana mette in guardia gli studenti dalla cultura dell’effimero