Frequentavo la parrocchia di Chissamai, frazione del comune di Chissadove. Il parroco che la reggeva si chiamava Chiccomemè, fiero di esserne a capo e di guidarla sulle vie di Dio secondo le ultime “trovate” pastorali.
Ogni volta che lo vedevo mi informavo e mi congratulavo della grande mole di lavoro che svolgeva ogni giorno. Con lui mi intrattenevo, chiedendogli se fosse solo nel lavoro pastorale. Mi rispondeva che “chi fa per sé fa per tre” anche se andava a dargli una mano Talnino, pretino inesperto.
Dopo aver molto sgobbato poteva anche pensare di guadagnarsi l’appellativo di “viceparroco con il diritto di successione”. Gli cederò la responsabilità del mio lavoro solo quando non avrò più nulla da spendere.
Ma ancor giovane e nel pieno delle sue energie, Chiccomemè fu raccolto esanime dalla Croce Rossa, sulle strisce pedonali davanti alla sua canonica.
Il Vescovo, sapendo della nostra lunga amicizia, mi ha chiamato a celebrarne le esequie e a tenerne l’elogio funebre. Mi fece presente che era il quarto “giovane sacerdote” che in breve tempo finiva di lavorare nella zona.
Perché, Signore? La messe è molta! Non hai bisogno di operai nella tua vigna? Perché ora tanti fedeli senza pastore?
Forse per insegnare che io, il tuo Dio, non sono il vice, ma il Padrone della vigna, delle viti e dei tralci. Io, il tuo Pastore, non ho il diritto di successione, ma di…assoluta preminenza. Ho bisogno di operai che mi lascino fare.
Ciao da p. Andrea
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Vigna / Pixabay CC0 - Skitterphoto, Public Domain
Dio con diritto di preminenza
È Lui il Padrone della vigna: occorre lasciar fare a Lui