Contemplazione e testimonianza strade di Misericordia

Veglia di preghiera in San Pietro per l’anno della Vita Consacrata

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È iniziato ieri sera 28 gennaio, con la veglia di preghiera nella Basilica papale di San Pietro, l’evento conclusivo dell’Anno della Vita Consacrata: “Vita consacrata in comunione. Il fondamento comune nella diversità delle forme”
“Le beatitudini sono cammino verso una vita piena e felice, qui ed ora” – ha detto nell’omelia Monsignor José Rodríguez Carballo Ofm, Arcivescovo Segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica (Civcsva), “Per un consacrato la gioia non è una possibilità ma una responsabilità. Se pensiamo che Dio può colmare i nostri cuori e renderci felici; se crediamo che i fratelli e le sorelle che Dio ha posto accanto a noi sono un suo regalo (…)allora non possiamo privare il mondo del dono della gioia in Cristo”.
Sulle note della gioia ha avuto inizio la giornata di oggi, introdotta dalla relazione del Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Civcsva: “Come consacrati, dobbiamo mostrare che Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici”ha spiegato,  esortando poi tutti i consacrati e le consacrate all’unità e alla fraternità, a vivere nella Chiesa la spiritualità di comunione.
Seguire, ascoltare, incontrare l’altro: questo lo stile di Gesùche i consacrati e le consacrate sono chiamati ad imparare, ha detto P. Theobald, SJ, nel corso della sua relazione. Consacrati al servizio della storia in cui vivono e operano; testimoni della fraternità che, se autenticamente vissuta, diventa uno stile di vita ‘alternativo’; uomini e donne che guardano al futuro con lo sguardo profetico di chi osserva l’opera dello Spirito Santo che continuamente crea e arricchisce la Chiesa di nuovi carismi.
L’invito a  vivere lo stile di vita contemplativo di Gesù giunge dalle relazioni di Maria Grazia Angelini, OSB e Miguel Marquez Calle, OCD. La contemplazione non astrae dal mondo, ma inserisce vitalmente in esso: “Dio vive e opera nel mondo. – spiega Angelini – E ci pone nella situazione originaria di contemplare. Non un’attività, non uno stato di vita, ma uno stile che splende nell’atto: la forma unificante del credere. Lo Spirito è all’opera. Ci guida all’essenziale. Seguire il Maestro”.
La contemplazione è “una fonte di grazia mattiniera fatta di misericordia… che ci attende sempre” spiega Miguel Marquez Calle, che la declina attraverso esperienze e testimonianze di santità lungo la storia, da S. Giovanni della Croce fino ai nostri giorni: “La madre è contemplativa: sta in mille cose, ma il suo cuore è completamente nel figlio/nella figlia… ovunque sia… non toglie dal suo seno la creatura, la porta con lei, come Dio porta ciascuno di noi dentro di Lui e ci ama, dice Giovanni della Croce, con lo stesso amore che ha per Lui. Questo amore di Dio è il principio e il fine di qualsiasi contemplazione”.
 

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ZENIT Staff

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