Lindisfarne è un’isola a nord dell’Inghilterra, con poco più di cinquecento abitanti, ad una manciata di chilometri dalla Scozia: non a caso i suoi colori ricordano le highlands scozzesi. Culla della spiritualità celtica, è conosciuta come l’Isola Santa. La sua particolarità è che si presenta collegata alla terra ferma da un istmo che la rende raggiungibile a piedi o in macchina due volte al dì, con la bassa marea. A Lindisfarne padre Ray Simpson, un sacerdote anglicano celibe, ha fondato la comunità monastica ecumenica dedicata a Sant’Aidan e Sant’Hilda per vivere e far conoscere la spiritualità cristiana celtica. Al centro, un rinnovato impegno nella cura e nella salvaguardia del Creato.
Siamo arrivati a Lindsfarne e abbiamo quindi intervistato padre Simpson, anche in merito all’ultima enciclica di Papa Francesco, Laudato si’, di interesse per nuove prospettive nel dialogo ecumenico e interreligioso.
Padre Ray, ci parli della comunità di Sant’Aidan e Sant’Hilda…
Sono un prete anglicano, guardiano fondatore della comunità cristiana internazionale di Sant’Aidan e Sant’Hilda. In questa comunità abbiamo membri cattolici, ortodossi, evangelici ed anglicani. Noi siamo una comunità ecumenica. E la nostra regola di vita ci indica di vivere insieme i punti di forza di Dio in una cristianità che oggi è separata. Così abbiamo qualche membro che va a messa con la moglie e loro credono nei sacramenti, abbiamo alcuni membri evangelici che prestano grande attenzione ai poveri e alla giustizia, abbiamo, poi, alcuni membri anglicani che oggi stanno realizzando quanto sia importante avere cura del Creato. Questi sono solo alcuni dei punti di forza della nostra comunità…
Quali sono i punti fondamentali della spiritualità celtica?
In origine, la cristianità era un modo di vita, poi è diventata una istituzione. I cristiani celtici cercano di stabilire un modo di vita senza seguire alla lettera questa forma istituzionale.
Il sole sorge ogni giorno e ci indirizza verso Dio. E alla stessa maniera in cui viene accostato il sole con Dio, i cristiani celtici guardano al vento come allo Spirito di Dio. I cristiani celtici si lasciano trascinare dove il vento li porta, dimostrando in concreto che cos’è l’abbandono alla misericordia di Dio.
Il cristianesimo ha ignorato la creatività della natura. Ci sono voluti 1300 anni perché la Chiesa cattolica riconoscesse il valore della spiritualità celtica dopo il sinodo di Withby (nel 664 con il sinodo di Whitby si decise la latinizzazione dell’Inghilterra cristiana, ndr).
La Chiesa celtica ha delle radici davvero profonde ed importanti. Un tempo la filosofia greca separava il corpo dalla mente, e così faceva anche la Chiesa quando era dominata dal clericalismo. Il pensiero proviene dal cuore, fa sì che il Paradiso entri nella vita di tutti i giorni senza separarli. E questo è molto vero nei confronti della Trinità, da percepire non come una cosa assoluta, ma come tre amori nel cuore dello stesso Dio.
Si possono trovare elementi di similitudine tra il monachesimo celtico ed il monachesimo benedettino?
Ci sono certamente similitudini, come, ad esempio, il valore dell’ospitalità. Per molti storici non sarebbe stato possibile rievangelizzare l’Europa dopo i Barbari, senza il monachesimo. Ed a ciò hanno contributo anche le forme di monachesimo celtico che, comunque, presentano delle differenze rispetto al monachesimo benedettino. Nonostante l’attenzione alla preghiera giornaliera, presente in entrambe le esperienze, se il monachesimo continentale chiede una specifica stabilità nel monastero, la cultura celtica manda i monaci a vagare ed a predicare.
Francesco è il Papa del dialogo e dell’attenzione verso il Creato. Che cosa ne pensa?
Papa Francesco piace ad un numero sempre crescente di persone. La tragedia dei cristiani è che i cristiani stessi si sono dimenticati di essere una sola famiglia nel mondo, perché la Parola ci convince che siamo stati creati insieme. Dio ci ha dato la forma per essere cristiani uniti ma poi noi ci siamo divisi. Il problema è che le persone non vogliono riconoscere che tutto ciò che ci accomuna è la forza della Creazione, e questo Papa Francesco lo sta ricordando anche se ancora non ha cambiato nulla di istituzionale. Sta cambiando lo stile personale, e piace molto alle persone, anche se non necessariamente tutti seguono i consigli che il Papa dà. Certo è che, per la Chiesa di Roma, nulla è cambiato nell’istituzione, ma solo nello stile.
Quali i punti di contatto tra la l’enciclica Laudato Si’ di Francesco e la spiritualità cristiana celtica?
I cristiani celtici riconoscono che la creazione è Dio, e Dio è la creazione, di cui tutti noi siamo parte. Così i cristiani celtici sono legati a tutte le creature, amano gli animali, capiscono che la natura ci ha fatto tutti eguali. Mentre la nostra società capitalistica ci porta a sfruttare il più debole per aumentare in maniera esponenziale le ricchezze dei più ricchi.
Nella Bibbia domina la creazione. Nel capitalismo domina il denaro e si distrugge la creazione. Papa Francesco sta dicendo quello che noi cristiani celtici abbiamo detto già da un centinaio di anni. Ciò che diciamo è che in natura gli uomini sono tutti uguali. E Papa Francesco sta esprimendo un pensiero in cui noi crediamo da un centinaio di anni. Ossia che i poveri sono stati abbandonati al loro destino e che la terra, con le sue risorse naturali, sta per essere distrutta. E noi dobbiamo impegnarci a cambiare tutto ciò. Insieme.
I cristiani si lascino trascinare dal vento dello Spirito
La testimonianza di padre Ray Simpson, fondatore della comunità monastica ispirata alla spiritualità celtica