Un 8 marzo controcorrente: esce il quarto libro di Costanza Miriano

Tra due mesi la pubblicazione di Quando eravamo femmine, che prosegue la riflessione sul ruolo della donna al giorno d’oggi. Intanto la scrittrice ironizza sui tentativi di censura dei suoi scritti in Francia: “Non c’è nessun obbligo di comprarli, non sono testi scolastici, né parlano del gender…”

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Costanza Miriano
Si intitolerà Quando eravamo femmine ed uscirà, molto probabilmente, in una data simbolica: l’8 marzo. Edito da Sonzogno, il quarto libro di Costanza Miriano sarà articolato in una serie di lettere indirizzate alle sue due figlie femmine, proseguendo la riflessione della giornalista e scrittrice sul ‘ripensamento’ del ruolo della donna al giorno d’oggi.
Proprio mentre il nuovo volume è alle bozze conclusive, è ancora l’opera prima della Miriano a tornare alla ribalta delle cronache: in Francia, una petizione siglata da circa 20mila cittadini ha chiesto il ritiro dal commercio di Marie-toi et sois soumise (Sposati e sii sottomessa) e di Épouse-la et meurs pour elle (Sposala e muori per lei), entrambi recentemente tradotti e pubblicati da Le Centurion.
L’accusa? I due libri contraddirebbero i principi di uguaglianza tra i sessi, minacciando anche la laicità, così cara ai transalpini. “Nessuno è obbligato a comprare i miei libri – ha dichiarato la Miriano a ZENIT -. Non sono distribuiti nelle scuole come quelli sul gender, i quali, proprio per questo, sarebbe legittimo chiedere di ritirarli. I miei non sono nemmeno libri per bambini, quindi non c’è nemmeno alcuna mente in erba da difendere dalla propaganda…”.
Per tali motivi, la giornalista RAI ed opinionista ha definito l’accanimento contro i suoi scritti come qualcosa di “veramente assurdo” ed ha aggiunto: “Mi piacerebbe che qualcuno mi dicesse quali sono i passi incriminati. Nella petizione mi si accusa di affermare che la donna ha una chiamata speciale a custodire la vita, il che, per me, è il miglior complimento che mi si possa fare…”.
Costanza, cosa c’è, quindi, al fondo di questa campagna transalpina contro i tuoi libri?
Mi pare ci sia un’isteria collettiva nei confronti di tutto ciò che richiama l’uomo e la donna al senso dell’essere creature, quindi, con l’unicità loro donata, con un ruolo legato alla propria identità sessuale; un’isteria collettiva contro tutto ciò che possa ricordare all’uomo che è figlio, che non è totalmente autodeterminato. La ‘grande’ laicité francese, infatti, si ferma di fronte alla difesa della fede: nel paese in cui si chiede di censurare il mio libro, oltretutto, si pubblicano vignette blasfeme ed anticristiane di Charlie Hebdo
Si sta dunque ripetendo quanto accadde due anni fa in Spagna, con Casate y sé sumisa?
Sì, c’è però una differenza e per me non è tanto piccola. Innanzitutto l’editore spagnolo era legato all’arcidiocesi di Granada, c’era un avallo quasi esplicito da parte della Chiesa, quindi è comprensibile che la cosa potesse essere percepita con fastidio da parte di qualcuno. La situazione francese è ben più paradossale, perché, non solo l’editore è laico, ma anche perché, mentre in Spagna era uscito solo Casate y sé sumisa, in Francia è uscito anche il corrispondente maschile, con il titolo Épouse-la et meurs pour elle, che invita gli uomini a “morire” per le loro spose e li esorta ad entrare in una dinamica di dono reciproco. È grave, quindi, che un editore laico non sia libero di pubblicare quello che vuole. Oltretutto stiamo parlando di due libri complementari e speculari.
Ritieni comunque che il caso si risolverà in un lieto fine, proprio come in Spagna?
Comunque vada, per me è solo pubblicità, non mi sento danneggiata, i veri cristiani perseguitati sono altri. Però, su un piano culturale, questo episodio lo trovo inquietante, così come trovo inquietanti, molte altre forme di censura della libertà di opinione come, ad esempio, gli arresti di coloro che pregano davanti alle cliniche abortiste.
È quasi pronto il tuo quarto libro. Quando sarà pubblicato e di cosa parlerà?
Ho appena consegnato le bozze finali alla casa editrice e contiamo di farlo uscire in una data simbolica: l’8 marzo. Il libro è strutturato in forma di lettere alle mie due figlie femmine, Lavinia e Livia, tornando allo schema del mio primo libro.
Il tema infatti sarà l’identità femminile, con una maturazione della mia riflessione in merito. Il titolo sarà Quando eravamo femmine, che riecheggia When We Were Kings, il documentario su Cassius Clay, in cui il pugile riscopre la sua identità di nero e le sue radici etniche e religiose, andando in Africa. Ho scelto questo titolo, proprio perché noi donne dovremmo riscoprire la nostra identità e il nostro ruolo nella società. La donna ha il compito di spiegare all’uomo chi lui sia, di conferirgli, a sua volta, l’identità. Oggi molti uomini si sentono perduti come maschi, anche perché, come conseguenza della liberazione sessuale e dell’emancipazione, noi donne abbiamo perso la consapevolezza della nostra vocazione, della nostra grandezza e del fatto che siamo chiamate a custodire la vita.
Con questo non voglio dire che noi donne dobbiamo tornare a lavare i pavimenti dalla mattina alla sera ma, piuttosto, che dovremmo chiedere dei diritti diversi sul lavoro rispetto agli uomini. Abbiamo perso la consapevolezza che dobbiamo essere una guida per l’uomo. C’è poi un altro punto fondamentale: noi donne possiamo essere portatrici del bene come del male, essere “Maria” o “Eva”; abbiamo una grande potenzialità ed un grande potere… ai nostri grandi poteri, corrispondono grandi responsabilità, proprio come Spider Man! Abbiamo un’interiorità molto ricca e complessa: se mettiamo in moto una vita spirituale e poniamo questa interiorità in Dio, siamo capaci di diventare fonti di vita e di bene. Se, al contrario, noi obbediamo al nostro io interiore ‘squinternato’ e un po’ folle (quello che il mio padre spirituale chiama “la pazza di casa”), siamo capaci di grandi disastri e danni. Per la donna, più che per l’uomo, è urgente riscoprire il rapporto con Dio, trovare un cuore casto, nel senso che non chiede niente per sé ed è capace di essere oblativo.
Spero che i miei libri, come quelli di cari amici, come ad esempio Andrea Torquato Giovanoli, possano restituirci la consapevolezza che noi laici, nella nostra vita ordinaria, abbiamo cose importanti da dirci e possiamo farci coraggio a vicenda. Credo che, in fondo, tutto questo sia la vera novità del Concilio Vaticano II: una vita laicale ordinaria e semplice può rappresentare una strada per la santità.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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