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Pakistan: giuristi chiedono di abrogare legge su blasfemia

Secondo l’organizzazione “International Commission of Jurists” non sono stati rispettati standard internazionali su libertà di espressione, pensiero, coscienza e religione

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In Pakistan urge abrogare la legge sulla blasfemia. È quanto chiede un rapporto inviato a Fides dalla “International Commission of Jurists”, organizzazione formata da oltre 60 eminenti giuristi di tutto il mondo, con sede a Ginevra, che critica la normativa come “crudele” anche per le pene previste, l’ergastolo o la pena di morte.

I giuristi – riferisce l’agenzia – invitano il governo a “modificarla in modo sostanziale perché siano in linea con gli standard internazionali sulla libertà di espressione; la libertà di pensiero, di coscienza e di religione”, ricordando che è molto comune in Pakistan l’abuso di tale legge, usata per risolvere controversie private, su affari o proprietà. Come riporta il testo, il giudice Asif Saeed Khosa ha dichiarato: “È spiacevole e non può essere contestato il fatto che, in molti casi registrati per il reato di blasfemia, alla base ci sono false accuse per scopi estranei alla normativa”

Secondo dati della Commissione nazionale “Giustizia e pace”, 200 cristiani, 633 musulmani, 494 ahmadi e 21 indù sono stati accusati di reati relativi alla “blasfemia” dal 1987. Ma, dato che le minoranze religiose rappresentano una piccolissima percentuale della popolazione a maggioranza musulmana, “il numero di cristiani e membri di altre minoranze religiose accusati è massicciamente sproporzionato rispetto al numero di musulmani accusati, anche se il numero di musulmani accusati è nel complesso più alto”. 

Esaminando 25 casi di appelli presentati all’Alta Corte per blasfemia, la Corte internazionale di giustizia – osserva il rapporto – ha scoperto che nella maggior parte dei casi (60%), i ricorrenti sono stati assolti dopo che i giudici hanno stabilito che le accuse mosse contro di loro erano state “fabbricate o portate per motivi personali o politici”.

​La Commissione dei giuristi chiede subito l’abolizione della pena di morte per reati di blasfemia e nota l’urgenza di stabilire con certezza l’intenzionalità del reo, prima di condannarlo. Inoltre denuncia gli omicidi extragiudiziali, rimasti impuniti, di cui spesso sono vittime le persone accusate di blasfemia, anche se innocenti. (P.A.)

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ZENIT Staff

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