Pope Francis meets husband and daughter of Asia Bibi

Pope Francis meets husband and daughter of Asia Bibi - Wikimedia Commons

"Quando hanno condannato Asia, hanno condannato anche noi…"

Ashiq Masih, il marito di Asia Bibi, la donna cristiana pakistana in carcere per blasfemia, racconta il clima di terrore e le difficoltà che lui e i suoi figli vivono da circa 5 anni

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Quando le autorità del Pakistan hanno condannato Asia Bibi, “quel giorno hanno condannato anche noi”. A parlare così – al quotidiano Avvenire – è Ashiq Masih, il marito della donna cristiana arrestata nel 2009 e condannata a morte con l’accusa di blasfemia, tuttora rinchiusa in carcere.  

Masih racconta le difficoltà che lui e la sua famiglia stanno soffrendo, vivendo in un clima da oltre cinque anni. “Siamo stati costretti a fuggire dal nostro paesino nel Punjiab perché considerati la famiglia della blasfema e trasferirci nella città di Lahore”. Qui però l’uomo ha incontrato molte difficoltà, sia nel trovare lavoro, sia nel potersi permettere l’affitto di una casa per sé e i suoi cinque figli.

Poi da quando, la Corte suprema pakistana ha accettato il ricorso alla sentenza del 2011 che condannava a morte Asia, la tensione degli estremisti è cresciuta, al punto da fare pressioni, facendo circolare le sue foto, per evitare che gli offrissero un lavoro. Ora Ashiq vive con le sue tre figlie femmine nell’aula di una delle scuole della Renaissance Education Foundation di Lahore, mentre gli altri due figli maschi sono nascosti in un’altra località protetta.

“È brutto uscire solo dopo il tramonto, quando c’è poca gente – racconta – tenere le imposte abbassate per paura di essere visti dai vicini, evitare di rivolgere la parola alle persone che incontri, non avere amici. Soprattutto per le ragazze, che sono rimaste con me. Sono giovani, soffrono tanto la solitudine. Non possiamo, però, lamentarci. Asia sta molto peggio di noi: è chiusa in una cella da oltre cinque anni. Dobbiamo essere forti anche per lei”.. 

Ashiq Masih esprime anche la sua preoccupazione per le condizioni di salute della moglie, attualmente in attesa dell’udienza finale con sui la Corte suprema dovrà decidere sulla sua scarcerazione. Uno degli avvocati di Asia Bibi, Khalil Tahrir, si dice ottimista e sottolinea come contro di lei non ci siano prove del reato per il quale è stata condannata. 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione