L’Enciclica Laudato si’ costituisce non solo un altissimo documento di riflessione sull’uomo contemporaneo, e sul suo rapporto con se stesso e col mondo, ma anche un motore di iniziative concrete, volte a tradurre nella realtà le istanze programmatiche contenute nel documento pontificio. La conferenza Salute e povertà, promossa dalla Pontificia Accademia delle Scienze e svoltasi il 26-27 novembre presso la Casina Pio IV della Città del Vaticano, ha rappresentato un valido esempio in tal senso.
“La povertà e la salute sono strettamente correlate” scrive il prof. Juan Antonio Mazzei, docente di medicina all’Università di Buenos Aires, nell’introduzione al programma del convegno. E cita l’economista Jeffrey Sachs, secondo il quale “la povertà è il risultato dell’esistenza di leader corrotti e culture retrograde che impediscono lo sviluppo moderno”. La povertà comporta un disuguale accesso alla salute, con disparità all’interno del sistema sanitario e pesanti conseguenze sugli “indicatori di salute oggettivi quali la mortalità infantile”, scrive ancora Mazzei.
“Se gli investimenti nelle banche calano un po’, è una tragedia! Invece, se muoiono di fame le persone, se non hanno da mangiare, se non hanno salute, non importa! Questa è la nostra crisi di oggi!”, tuonava nel maggio 2013 il Santo Padre Francesco, poco dopo la sua elezione al Soglio di Pietro. Non si trattava soltanto di un’invocazione di natura etica ma di un annuncio programmatico che sta assumendo, sempre più, un valore centrale nel suo pontificato.
Su questi temi si sono confrontati terapisti ed esperti internazionali in un intenso dibattito che ha visto la presenza, fra i moderatori, di Roberto Pradier, Manuel Luis Martí, Jorge Lemus, Jorge Neira, Stefano M. Zuccaro, Juan Antonio Mazzei, Giovanni Battista Sgritta e Antonio Gaspari, direttore di Zenit. Quest’ultimo, in particolare, ha moderato la riflessione di cui è stato protagonista, il 27 novembre, il prof. Marianno Franzini, presidente della SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia) e docente all’Università di Pavia.
La relazione di Franzini, intitolata L’Ozono: da disinfezione dell’acqua a terapia, la versatilità di uno strumento dai molteplici benefici, ha riscosso un forte interesse per la sua diretta incidenza sulle prospettive indicate dal Santo Padre: la possibilità, appunto, di individuare efficaci risorse sanitarie in grado di arrecare qualche forma di sollievo ai poveri del mondo.
Il prof. Franzini ha elencato in apertura le sei principali proprietà dell’ozono: 1. Azione antivirale, antibatterica, antifungina; 2. Miglioramento del microcircolo; 3. Effetto antidolorifico; 4. Azione antinfiammatoria; 5. Disinfezione dell’acqua; 6. Miglioramento della crescita e delle difese dai microorganismi dei vegetali.
“Non vi sono batteri o virus resistenti all’azione dell’ozono”, ha spiegato Franzini. “L’ossigeno ozono è anche utile per vincere la resistenza dei batteri agli antibiotici”: una risorsa di grande interesse perché è ben noto che, dopo gli straordinari successi ottenuti dagli antibiotici che, per decenni, hanno difeso l’umanità dal rischio di devastanti epidemie batteriche, oggi la situazione è meno rosea. Perché i batteri, come tutte le entità viventi, hanno capacità di adattamento ed hanno sviluppato maggiori capacità di resistenza agli antibiotici.
Rispetto agli antibiotici, inoltre, l’ozono possiede anche proprietà antivirali che gli antibiotici non hanno. Ma nonostante l’amplissima letteratura medica che conferma i benefici dell’ozono, il prof. Marianno Franzini, esperto di caratura internazionale nonché “deus ex machina” della ozonoterapia in Italia, mantiene la doverosa prudenza dello scienziato: “L’ossigeno ozono non è la panacea di tutti i mali e non sostituisce le medicine tradizionali. La valutazione del quadro complessivo del paziente spetta sempre al medico, incluso l’eventuale abbinamento fra l’ozono ed altre specifiche risorse terapeutiche, di cui l’ozono può esaltare l’efficacia”.
Dall’uso attento di queste risorse e metodologie, ha proseguito Franzini, deriva un “miglioramento della salute e della vita media”. Poi il professore è passato ad illustrare le singole applicazioni cliniche raccomandate, con una dovizia di dettagli diretta agli esperti, citando anche i 1.750 lavori pubblicati, presenti in gran parte sul sito della SIOOT: www.ossigenoozono.it
Ma il prof. Franzini ha soprattutto sottolineato – entrando, con ciò, nello spirito autentico del convegno, ispirato alla Laudato si’ di Papa Francesco – che “la semplicità della tecnica, la fruibilità immediata delle apparecchiature e l’enorme varietà delle applicazioni rendono questa terapia ottimale per tutte le parti del mondo, anche le più remote”. Una delle applicazioni potenzialmente più dirompenti in tale direzione è la disinfezione delle fonti idriche, con la “diminuzione delle malattie derivanti da batteri, virus e metalli pesanti veicolati dall’acqua”. E a tale proposito, vale la pena ricordare che, nello stesso giorno – 27 novembre 2015 – alla periferia del mondo, nella baraccopoli di Nairobi, Papa Francesco denunciava la mancanza di servizi per i poveri, accusando in particolare “la mancanza di acqua potabile” che “è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale”.
Sempre a proposito della disinfezione dell’acqua con l’ozono, il prof. Franzini ha citato il parere di un esperto internazionale: G. Crozes, presidente della Disinfection System Committee dell’AWWA, secondo il quale l’ozono risulta “the best chemical disinfectant avaible to address the microbiological regulatory requirements” (il migliore disinfettante chimico utilizzabile per il controllo microbiologico dell’acqua).
Ma ciò che più conta è la economicità della risorsa ozono: i costi del trattamento dell’acqua con ozono per la depurazione da virus, batteri e funghi, sono infatti ampiamente accessibili grazie alle apparecchiature prodotte da una primaria azienda tecnologica italiana, la Multiossigen srl, che consentono l’ammortamento nell’arco di appena 5 anni.
Le molteplici applicazioni dell’ozono costituiscono dunque una risposta efficace ed economica al “deficit sanitario” determinato dalla povertà, contro il quale Papa Francesco ha lanciato la sua campagna umanitaria. Ma le proprietà dell’ozono non finiscono qui. Riguardano anche altri ambiti terapeutici capaci di avere una significativa incidenza nella tutela delle fasce più deboli della popolazione mondiale: per esempio, la disinfezione degli ospedali e il miglioramento dell’agricoltura senza uso di pesticidi. Per queste sue molteplici risorse, l’ozono costituisce dunque un rimedio della natura che Dio ha messo a disposizione dell’uomo e che può essere usato per offrire un valido contributo sanitario nella direzione auspicata dal Santo Padre: “attuare azioni sistematiche che migliorino l’habitat popolare”. E per ricordare, al tempo stesso, che “esiste un altro tipo di cultura possibile”.