Una delle ricchezze dell’Africa è quella dell’amore per la vita e dell’alta considerazione in cui è tenuto – pur nella complessità del contesto – il matrimonio. Nella cultura africana l’uomo non è nulla senza la donna e la donna non è nulla senza l’uomo. L’una e l’altro non sono nulla se il bambino non è al centro della famiglia costituita da un uomo e una donna e cellula fondamentale della società.
Papa Francesco, nella sua prima Messa pubblica in Africa, al campus dell’Università di Nairobi, ha fatto appello ai giovani della nazione affinché salvaguardino i valori della famiglia e la dignità della donna. In molte etnie africane si crede che l’uomo si componga di due elementi: del sangue che eredita dalla madre e dello spirito infuso dal padre.
Ritenendo che il più forte tra questi due elementi è il sangue, il bambino appartiene non al padre, ma alla madre e al suo clan. La famiglia tende a riunirsi il più spesso possibile e a trascorrere il tempo insieme. Lo stare insieme rappresenta uno dei valori più importanti che tutti cercano di rispettare. L’avvento dell’urbanizzazione selvaggia, specie in una città come Nairobi, l’esodo dalle campagne e la forte mobilità, sta progressivamente erodendo la coesione e frequentazione familiare imponendo modelli estranei alla tradizione africana.
Quanto al matrimonio, in alcuni contesti emerge la difficoltà di gestire i rapporti tra celebrazione rituale, religiosa e del diritto civile; in altri quelli tra poligamia e sacramenti. Più in generale si prende atto della crisi dell’istituto matrimoniale stesso, data dalla presenza sempre più consistente di famiglie monogenitoriali, formate da una madre con i figli. A ciascuna di esse si rivolge lo sguardo del Pastore della Chiesa universale che fa del Kenya il centro dell’attenzione mondiale.
Benché alcune società africane applichino il principio del matriarcato in ambito educativo, rimane ancora da definire il ruolo della donna nella società e nella Chiesa nelle sfide del mondo contemporaneo. Molto resta da fare per la piena partecipazione della donna all’attività apostolica, pur costituendo spesso «la spina dorsale» della chiesa locale per le numerose religiose dedite con generosità ad attività di apostolato ed azione sociale.
Aumenta anche il numero delle donne africane dedite alla politica, ma il problema sorge quando all’ordine del giorno l’empowerment viene interpretato solo come autonomia sociale o emancipazione attraverso facile accesso a programmi di controllo demografico che mortificano le coscienze e violano i diritti dei più deboli come rispettivamente la sterilizzazione e l’aborto.
Il ruolo della donna nella Chiesa va ripensato al pari di quello dell’uomo nella visione di popolo di Dio del Vaticano II e Papa Francesco nel suo monito non può che rivolgersi anche agli uomini perché svolgano il proprio ruolo di padri responsabili e di mariti retti e fedeli.