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“La sfida della realtà”: al via a Verona il V Festival della Dottrina Sociale

Etica e sindacato sono stati al centro delle riflessioni di stamattina

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Si è aperta oggi la V Edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, che proseguirà fino al 29 novembre a Verona presso L’Ente Fiera.

Don Davide Vicentini, direttore della Fondazione Toniolo, ha così introdotto la presenza del Festival alla Fiera di Verona: “Siamo ancora più presenti e con maggiore evidenza rispetto alle precedenti edizioni, all’interno della Fiera e di Job Orienta: diamo infatti la possibilità ai giovani di conoscere le testimonianze degli imprenditori, di incontrare chi è impegnato nella società, di chi opera e fa impresa nel sociale”.

Il Festival coinvolge molte sigle, alcune differenti tra loro e non tutte di derivazione ecclesiale. “È un modo per far capire ai giovani che la società è composta da vari soggetti che a vario titolo operano nella realtà”, prosegue don Vicentini.

Proprio questi imprenditori, che hanno uno stand all’interno dello spazio espositivo di Job Orienta, sono stati protagonisti questa mattina di workshop all’interno dell’area espositiva, in cui hanno spiegato ai giovani il significato di fare impresa in ambito sociale.

Marco Ruopoli amministratore della Cooperativa Sophia ha spiegato il ruolo della cooperativa nell’inserimento dei rifugiati all’interno del mondo del lavoro: “Con il progetto reimmigrazione aiutiamo i ragazzi in difficoltà ad uscire da situazioni complesse: un socio era un rifugiato politico che attraverso il lavoro è uscito dal centro di accoglienza”.

Giuliana Scofano del Progetto Policoro ha spiegato il lavoro svolto in collaborazione con la CEI e Caritas: “Sosteniamo i giovani del sud nel percorso di vita dalla redazione del CV alla creazione di una impresa”.

Sempre durante la mattinata si è svolto un dibattito dedicato a Etica e sindacato. Massimo Castellani, Segretario Generale di Cisl Verona, introducendo i relatori ha esordito dicendo: “I giovani avranno attenzione nei confronti delle organizzazioni sindacali quando sapremo esprimere valori veri per cui il giovane può appassionarsi, indicando strade per raggiungere quei valori”.

Prendendo la parola, don Davide Vicentini, direttore della Fondazione Toniolo, promotore del Festival della Dottrina Sociale ha voluto tornare sull’importanza di questa esperienza all’interno di Job Orienta: “Al Festival parliamo di vita, non di riflessioni accademiche, pur necessarie. Perché, come dice Papa Francesco, dobbiamo renderci conto che la realtà è superiore alle idee”.

La vita, ha aggiunto, proseguendo sul tema della “realtà” che dà il titolo alla quinta edizione del Festival, “è in grado di generare in noi delle domande che portano a una risposta inevitabile: c’è bisogno di un grande cambiamento, perché la realtà, oggi, non è gestibile”.

Una riflessione che si inserisce nel tema del sindacato, oggetto del primo incontro del giovedì: “Pensiamo che la capacità di interpretare la vita sia frutto dell’abilità intellettiva. Preferiamo ascoltare le persone dotte, rispetto a quelle con i calli sulle mani. Rivolgerci a chi ha chiarezza di espressione, piuttosto che guardare il volto di chi è in sofferenza”.

Valutiamo l’abilità di una persona, ha aggiunto, “nella sua capacità di governare ciò che gli capita nella vita. Questo non è più possibile: la crisi attuale ci ha dimostrato che teorie e procedure che si credevano sicure, non risolvono i problemi”.

Come affrontare questo passaggi? «Recuperando l’orgoglio della propria attività – è la risposta del sacerdote -. Accade quando, nella realtà, abbiamo la possibilità di incontrare volti e persone. Capiremmo subito la sproporzione tra quello che ci viene chiesto e ciò che possiamo fare. La realtà ci mette davanti ai nostri limiti, ci fa capire che non siamo in grado di risolvere tutto. È una fortuna, è lo spazio in cui le persone sfidano se stesse a rinnovarsi”.

L’etica nel lavoro, ha concluso, “è mettere cuore, sentimenti e motivazioni dentro i problemi, anziché solo procedure prestabilite. La vera differenza, nel mondo, la fanno le persone e la loro passione”.

Sandro Antoniazzi, esperto di relazioni sindacali, intervenendo al dibattito ha ribadito l’importanza del sindacato di fronte ai problemi generati dalla globalizzazione: “Non serve immobilismo, ma coesione sociale, anche a livello internazionale. Bisogna capire che il nostro Paese non può più avere un ritmo di sviluppo elevato, quindi dobbiamo spostare l’attenzione sulla qualità del lavoro, del lavoratore dei prodotti – prosegue Antoniazzi – A livello internazionale manca uno sforzo per difendere il lavoro attraverso politiche condivise e una visione generale della società”. Soffermandosi sul valore dell’impresa, Antoniazzi ha aggiunto: “L’impresa è un bene collettivo, non solo di chi ci lavora. Il contributo del lavoratore deve essere pari a quello di chi mette i capitali. A noi interessa un uomo sociale, che si dedica alla collettività. Si rende necessario pertanto rilanciare il mutualismo”.

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ZENIT Staff

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