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Pakistan: 13enne rapita e costretta alla conversione all’Islam

Secondo la onlus Life for All si tratta di un crimine ricorrente, praticato da persone influenti che approfittano della totale inerzia delle autorità, minacciando chi intenda denunciarli

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Un nuovo grave caso di cristianofobia sta scuotendo il Pakistan. Secondo quanto riferito dall’agenzia Fides (su segnalazione della onlus Life for All), Sana John, una 13enne di Haji Pura, nel Punjab, è stata rapita e costretta alla conversione all’Islam.

Life for All ha quindi lanciato un appello per la liberazione della ragazza e la sua restituzione alla famiglia. Il padre Shahid ha dichiarato di aver perso le tracce della figlia dal 9 novembre, giorno in cui non era più tornata da scuola.

“In Pakistan non c’è giustizia per i poveri e, soprattutto, nessuno si preoccupa per i cristiani, nessuno ha sentito il mio grido. La polizia non persegue i colpevoli, nessuno sta facendo niente per noi”, ha dichiarato l’uomo.

Da parte sua, la sorella maggiore di Sana ha raccontato i particolari del sequestro, avvenuto mentre le due ragazze tornavano da scuola: immobilizzate entrambe, un gruppo di uomini ha poi portato via Sana, minacciando in seguito la famiglia di ritorsioni, nel caso in cui avessero denunciato il rapimento. La denuncia è stata comunque sporta presso la polizia locale, la quale però, finora non ha dato alcun riscontro.

In una nota, Life for All ha parlato di “casi frequenti” di “migliaia di ragazze minorenni” sequestrate e convertite con la forza da parte di “persone influenti” che “usano il loro potere per farla franca”.

“I casi sono segnalati, ma i tribunali e le autorità interessate chiudono un occhio e gli emarginati soffrono. Fino a quando sarà tollerata questa ingiustizia?”, denuncia la onlus.

Secondo quanto riferisce Fides, sulla base di stime non ufficiali, i casi come quello di Sana John sono circa un centinaio all’anno, se si contano esclusivamente i casi denunciati alle autorità.

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ZENIT Staff

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