European Union Flag

WIKIMEDIA COMMONS

Riscoprire le radici europee, arma di pace e civiltà

Il cristianesimo e la grande cultura del vecchio continente sono l’unica vera risposta alla barbarie del terrorismo

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

In questo momento non bisogna avere paura, in questo momento bisogna reagire […]. Dobbiamo far capire che il fanatismo si combatte soltanto con la cultura, riscoprendo le radici dell’Europa”. Con queste parole il prof. Nuccio Ordine, scrittore e docente di letteratura italiana presso l’Università della Calabria, ha commentato l’attentato terroristico avvenuto a Parigi il 13 novembre.

Parole che riguardano da vicino noi, studenti del liceo classico “Francesco Fiorentino” di Lamezia Terme, che a braccetto con la cultura e in compagnia degli studi classici, abbiamo deciso di trascorrere questi cinque anni della nostra vita. Noi siamo e saremo i portatori di un bagaglio di inestimabile valore. Un bagaglio che abbiamo il dovere di trasmettere agli altri, fin da ora, così come possiamo. La cultura ci appartiene, è parte integrante di noi, e noi dobbiamo diffonderla.

In un mondo che ci propone di essere una “massa”, di essere “uno fra molti”, noi abbiamo il dovere di scoprire le nostre radici: solo così potremo reagire a ciò che è successo a Parigi e difenderci da ciò che avverrà. Scoprire le nostre origini e la nostra cultura europea non significa coprirci di egoismo, di superbia e corazzarci dagli usi e dai costumi degli altri popoli; al contrario significa acquisire un’identità vigorosa e limpida che ci permette di comunicare, socializzare e rapportarci con chiunque, poiché noi, studenti di questo liceo, sappiamo bene che le nostre radici affondano proprio lì, in Medio Oriente, la culla della civiltà umana, da cui purtroppo è partito questo sciame di persone cattive e ricche di odio, che hanno causato morti innocenti, paura e distruzione.

Per comprendere al meglio quale siano le nostre radici e in cosa affondi la nostra identità, viene naturale citare il saggio scritto nel 1942 dal filosofo Benedetto Croce: Perché non possiamo non dirci cristiani. Ebbene sì: il Cristianesimo. Mi rendo conto che citare la fede cristiana in questo periodo, in cui non si fa che parlare dell’Islam e del suo fondamentalismo sfociante nel terrorismo, è quasi nauseante. Parlare di religione dopo che essa viene associata agli attentati di Parigi e non solo, sembra un qualcosa di inutile, di sconveniente, un qualcosa da evitare.

Non è però possibile non citare il Cristianesimo in questo piccolo discorso sull’importanza della cultura europea. Sì, perché la cultura europea è impregnata di cristianesimo. Il binomio Europa-Cristianesimo è inscindibile. «Il Dio cristiano è ancora il nostro», scriveva Croce. E come dargli torto? Certo, del Cristianesimo in Europa si ricorda soprattutto l’Inquisizione, l’Indice dei Libri Proibiti, il lusso dei papi e dei principi-vescovi.

Ma c’è molto altro, superate queste barriere mentali sul cristianesimo europeo. Le prime scuole europee nacquero nelle cattedrali; le università europee, le prime al mondo, nacquero in qualità di facoltà di teologia ad opera della Chiesa; l’Europa è stata per lungo tempo sotto la denominazione di Sacro Romano Impero, in cui quel “sacro” indica per l’appunto la religione cristiana; i primi filosofi del nostro continente hanno ragionato proprio partendo dal mistero della fede cristiana; il primo testo scritto in lingua volgare sono le Laudes Creaturarum di Francesco d’Assisi; i testi latini e greci ci sono pervenuti sino ad oggi grazie ai monaci amanuensi; i grandiosi affreschi sparsi per le varie cattedrali europee sono nati in quanto biblia pauperum; nei musei europei si troveranno sempre quadri di grandi artisti raffiguranti prettamente temi sacri del Cristianesimo; nelle letterature di ogni nazione europea c’è sempre un pezzo di Cristianesimo e del nostro Dio: Dante, Petrarca, Geoffrey Chaucer, Manzoni, Dostoevskij e moltissimi altri.

Possiamo anche deviare dal campo umanistico per andare in quello scientifico in cui, nonostante anche qui ci siano forti pregiudizi sul rapporto fede-scienza, il Cristianesimo abbia lasciato la sua impronta: Copernico, teorico dell’eliocentrismo, era un canonico; Gregor Mendel, padre della genetica, era un monaco ceco; Geroge Lemaitre, teorico del Big Bang, era un fisico e un sacerdote cattolico. A citare ciò che il Cristianesimo ha fatto in Europa (sia di buono che di cattivo), potremmo parlare a lungo.

Noi tutti europei, dunque, siamo cristiani, e su questo non ci piove. Guai a coloro che rinnegano le proprie radici cristiane e il proprio essere culturalmente cristiani. A tal proposito mi piace ricordare Oriana Fallaci, un’altra figura controversa che negli ultimi giorni viene citata a destra e manca per il suo odio islamico.

Vorrei però citarne solo un breve pensiero, molto importante per il riconoscersi cristiani aldilà del credo religioso: «Io sono un’atea-cristiana […]. E lo sono perché il discorso che sta alla base del cristianesimo mi piace. Mi convince. Mi seduce […]. Il discorso, voglio dire, che scavalcando la metafisica si concentra sull’Uomo». Quel discorso dunque, che sta alla base della nostra cultura europea.

Sia dunque la cultura la nostra difesa; siano dunque Carlo Magno, Benedetto da Norcia, Dante, Beethoven e tutti gli altri uomini che hanno dato vita all’Europa in tutte le sue sfumature. Siano essi il nostro baluardo, la nostra consapevolezza di essere europei, la nostra identità, il nostro epos, la nostra humanitas.

Con la cultura, noi possiamo essere veri Uomini, non chinare la testa e sconfiggere il terrorismo: la parresia, se ben usata è più forte delle armi. La cultura, è dunque l’unica nostra forma di identità, l’unico fondamento della nostra civiltà. Ricordiamoci che il fanatismo religioso è frutto dell’ignoranza: ieri, per i greci, l’ignoranza generava il peccato; oggi, noi abbiamo avuto modo di vedere che l’ignoranza, ahimè, genera il terrorismo.

Amiamo la cultura, reputiamoci fortunati perché abbiamo la possibilità di studiare, realizziamoci responsabili per i nostri studi classici. Come ha detto Malala: «L’istruzione è l’unica soluzione!».

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Francesco Andrea Allegretti

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione