Nella preparazione della visita pastorale di papa Francesco in Kenya (25-27 novembre 2015), i Salesiani giocheranno un ruolo non secondario. Il loro vicario ispettoriale locale è infatti il presidente della commissione organizzativa per l’incontro del Santo Padre con i giovani allo stadio Kasarani di Nairobi, in programma la mattina del 27. A colloquio con ZENIT, don Gianni Rolandi, missionario in Africa da trent’ani ed Ispettore dei Salesiani (ruolo equivalente a un superiore provinciale) in Kenya, Tanzania, Sudan e Sud Sudan, ha raccontato la trepidante attesa del Santo Padre in paese africano, dove Bergoglio è molto popolare. L’aspettativa è che il Santo Padre si ponga come pacificatore e riconciliatore in un paese dove molte sono le ingiustizie sociali e le discordie etnico-religiose e dove, come altrove in Africa e nel mondo, si allunga l’ombra inquietante del terrorismo islamico.
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Don Gianni, a quasi otto mesi dalla strage di Garissa, com’è la situazione della sicurezza in Kenya, in vista della visita del Papa?
Il Kenya ha preso molto seriamente la visita del Papa ed il governo sta cercando di mettere a fuoco il fatto della sicurezza. Si teme, infatti, in maniera molto concreta, che il gruppo terroistico somalo Al Shabaab voglia approfittare della venuta del Papa per colpire nuovamente i cristiani del Kenya. Questo sarebbe un vero disastro ed allora le forze dell’ordine stanno cercando di fare di tutto per prendere le precauzioni necessarie.
Come si sta preparando il paese alla visita del Papa?
Le nostre comunità salesiane in Kenya sono inserite nel programma della Conferenza dei Superiori Religiosi del Kenya (RSCK), la quale dialoga con la Conferenza Episcopale (KCCB) e con l’Associazione delle Congregazioni Femminili (AOSK). Si stanno facendo grandi preparativi per la celebrazione eucaristica del 26 novembre, a cui moltissimi sacerdoti e religiosi parteciperanno, e poi per l’incontro del Santo Padre con i membri della vita consacrata ed i sacerdoti diocesani sempre il 26 novembre, dopo la celebrazione dell’Eucaristia. I preparativi sono per circa 9000 membri della vita consacrata e sacerdoti, i quali incontreranno il Papa a Msongari, una grande scuola superiore non molto lontana dalla piazza dove si celebrerà l’Eucaristia.
In quali incarichi in particolare è stata coinvolta la comunità salesiana?
Il nostro Vicario ispettoriale, don Simon Asira Lipuku, è il presidente della Commissione che sta organizzando l’incontro del Santo Padre con i giovani il 27 novembre, prima della sua partenza per l’Uganda. Siamo rimasti colpiti che la Conferenza Episcopale abbia pensato ai salesiani per questo compito! Ciò ci sta dando l’opportunità di venire a conoscenza in maniera più dettagliata della realtà giovanile a livello della Chiesa Cattolica in Kenya.
È popolare Francesco in Kenya? Che aspettative ci sono nei suoi confronti?
Direi che papa Francesco è molto popolare in Kenya, un paese in cui i cattolici sono la chiesa cristiana più grande ma dove i membri delle chiese protestanti tutti insieme sono più numerosi dei cattolici.
Le aspettative, mi pare, sono quelle di venire a contatto in maniera più diretta (anche se tramite i grandi schermi che verranno montati per le celebrazioni) con un “uomo di Dio”, che con grande semplicità dice cose che fanno tremare i “potenti sui loro troni”. La Chiesa Cattolica ed i membri della vita consacrata in particolare stanno attendendo le sue parole e pianificando di espanderle dopo la visita per poter far sentire la voce della Chiesa in maniera autorevole su molti punti di interesse, in particolare sulle ingiustizie a livello sociale e politico e sulle differenze etniche che stanno dividendo il Paese.
Se potesse rivolgere delle parole o un particolare saluto al Santo Padre, cosa direbbe?
Gli direi: “Santo Padre, sono qui davanti a Lei, a porgerLe il saluto di tutta la Famiglia Salesiana che vive e lavora in Kenya. Vogliamo rigraziarLa per il Suo costante invito ad essere là dove si trovano i giovani più emarginati, alle periferie della nostra società… Qui le periferie sono enormi: c’è davvero spazio per tantissimi che vogliano essere disponibili! Ci aiuti con la Sua preghiera ad essere apostoli dei giovani sempre con il sorriso sulle labbra, non perché non ci rendiamo conto dei problemi, ma perché rifiutiamo di farci rattristare da tutto il negativo che vediamo intorno a noi. Vogliamo essere messaggeri della gioia che si scopre nel mettersi con Gesù al servizio dei più poveri. Ci aiuti a vivere la vita consacrata con grande gioia ed entusiasmo, per non diventare “religiosi da ufficio”, ma fratelli e sorelle dei giovani sempre pronti a stare in mezzo a loro. Così saremo persone che sanno mettere Dio al centro della loro vita, vivendo la comunione fraterna come profezia in un mondo spesso individualista e relativista, per essere con gioia a servizio dei giovani più poveri ed abbandonati. Le assicuriamo che ogni giorno preghiamo per Lei ed il Suo ministero di amore e comunione per tutta l’umanità!”.