Tomb of Saint Gemma Galgani

Luca Marcolivio

Gemma Galgani: la santa che amava i peccatori

Innumerevoli le conversioni e guarigioni che la mistica lucchese ottenne in vita e dal Cielo. Un esempio mirabile ed attuale nell’Anno della Misericordia

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Ci sono fatti di cui non si trova traccia sulle pagine di alcun giornale ma che da alcuni sono considerati dei piccoli miracoli. Non stiamo parlando di guarigioni, né di apparizioni ma di piccoli “segni” legati alla presenza dei santi e alla devozione popolare da loro scaturita.

Domenica scorsa, ad esempio, presso la parrocchia di San Giovanni Battista, nella diocesi di Iglesias, è stato esposto un quadro della mistica lucchese Santa Gemma Galgani e il parroco don Gabriele ha celebrato una Santa Messa in suo onore. Fin qui nulla di speciale, se non fosse che l’immagine era rimasta smarrita per parecchi anni ed è stata ritrovata in circostanze assai particolari.

Il quadro era stato donato da una parrocchiana molti anni addietro e da allora era diventato oggetto di venerazione da parte di tutta comunità. Quando però, una quindicina d’anni fa, iniziarono i lavori di ristrutturazione dell’edificio ecclesiastico, il quadro fu rimosso e mai più rimesso al suo posto, con grande dispiacere dei parrocchiani, che a un certo momento si rassegnarono, convinti che lo avessero portato via.

Lo scorso settembre, F.F., una parrocchiana molto devota a Santa Gemma, si era recata in pellegrinaggio a Lucca, presso i luoghi dove quest’ultima era nata, vissuta e aveva ricevuto le stimmate e i segni della flagellazione del Signore, morendo a soli 25 anni, l’11 aprile 1903.

Pochi giorni prima di partire F., durante una conversazione con un’amica catechista, le racconta della sua devozione per Santa Gemma e a quel punto l’amica (anch’essa assai devota) le dice di sapere dove si trova il quadro.

“Mi porta in questo vecchio magazzino e lo troviamo in mezzo a tanti altri nell’umido e nella polvere – racconta F. a ZENIT -. Ci chiediamo cosa è il caso di fare, se parlarne con il parroco e quale nuova collocazione dare al quadro. Glielo abbiamo quindi detto e il parroco ha dato il suo assenso. Poi però lui è stato trasferito e non se n’è fatto più nulla…”.

Una volta a Lucca, F. racconta l’episodio a una suora della congregazione missionaria di Santa Gemma, la quale non ha dubbi: il ritrovamento di quel quadro non è un caso: “Santa Gemma vuole essere venerata dalla vostra comunità”, le dice. La religiosa suggerisce alla pellegrina di chiamare subito la sua amica parrocchiana e di fare appendere il quadro, perché “è quello che la Santa vuole”.

Il quadro viene dunque appeso il giorno della festa patronale della Madonna della Salute, il primo lunedì di ottobre, quando F. è ancora a Lucca.

“Solo in seguito ho saputo che una mia compaesana aveva sognato Santa Gemma, che chiedeva di essere rimessa al suo posto! Questo non può essere un caso, questa è una grazia per la nostra comunità…”, conclude.

Ma chi era davvero Santa Gemma Galgani e quanti miracoli ha compiuto? Alla seconda domanda è pressoché impossibile rispondere. È più facile dire che la sua breve vita è stata essa stessa un prodigio, vero segno di contraddizione per il mondo e per gli scettici.

La vita della Galgani si pone come esempio mirabile alla vigilia del Giubileo della Misericordia, per la sua grande attenzione alla salvezza delle anime e per la sua instancabile preghiera per i peccatori.

A monte di questa stupefacente storia di santità, c’è però molto altro. In primo luogo, c’è un incontro mistico della santa con Gesù Cristo, il quale, a soli sette anni, affida alla piccola Gemma un prima grande prova: accettare la morte prematura dell’amatissima mamma Aurelia, per portarla subito alla beatitudine eterna.

«Tutto ad un tratto una voce al cuore mi disse: “Me la vuoi dare a me la mamma?”: “Sì – risposi – ma se mi prendete anche me”. “No – mi ripeté la solita voce – dammela volentieri la mamma tua. Tu ora devi rimanere con il babbo. Te la condurrò in Cielo, sai? Me la dai volentieri?”. Fui costretta a rispondere di sì», scrive la santa nella sua autobiografia.

La vita di Gemma Galgani, che abbracciò la spiritualità passionista, pur non entrando mai in convento (oltre che Gesù e la Madonna, le apparve più volte San Gabriele dell’Addolorata), si riempie poi di decine di aneddoti sorprendenti, capaci di inquietare o sciogliere in lacrime anche il più incallito dei non credenti.

Custodì scrupolosamente la sua purezza virginale, al punto che, poco dopo i vent’anni, colta da una delle sue rarissime tentazioni contro la castità, si gettò nel pozzo del giardino di casa Giannini (la famiglia che la ospitò dopo la morte del padre Enrico).

Il demonio la ostacolava continuamente, non sopportando l’idea di non poter strappare a Dio un’anima così splendente. Cercava sempre di confonderle le idee, in particolare riguardo all’Eucaristia.

Una domenica, mentre la ragazza andava a messa, Satana le si presentò nelle sembianze di un omaccio scorbutico e aggressivo, spintonandola e facendola cadere in una pozzanghera: l’obiettivo era farla tornare a casa a cambiarsi per farle perdere la comunione. Un’altra volta, la stessa figura malvagia tentò di farle credere di non essere completamente in grazia di Dio e non poter ricevere così il Corpo del Signore.

Oltre alle stimmate, che per alcuni anni, le si aprivano regolarmente la sera del giovedì (momento di inizio della Passione di Gesù) e le si richiudevano regolarmente il venerdì, alle tre del pomeriggio (giorno e ora della morte del Signore), la Galgani patì sul suo corpo anche i colpi della flagellazione mistica, “privilegio” pressoché unico  tra i santi.

Queste sofferenze atroci erano accolte da Gemma come una grazia per santificarsi ed essere più simile al Signore. Al punto che a volte quasi si dispiaceva per non aver patito abbastanza.

Non tutte le estasi della Galgani furono dolorose. La santa ebbe infatti anche la grazia di ricevere l’abbraccio mistico del Crocifisso (oggi visibile nella sala da pranzo di Casa Giannini) che la fece sollevare da terra e miracolosamente staccò un braccio dalla croce per cingere Gemma.

Tanti furono i peccatori per la cui conversione, la mistica lucchese offrì i suoi patimenti. Clamoroso fu il caso di un noto pubblico peccatore – probabilmente un massone – per il quale Gemma pregò Gesù nel corso di molteplici estasi.

Più volte, la Galgani supplicò il Signore perché salvasse quell’anima persa. E insisteva: «Perché oggi non mi dai più retta, Gesù? […] Il sangue l’hai versato per lui come per me. A me mi salvi e lui no? Non mi alzerò più di qui; salvalo». Ma Gesù non cedeva. Ed enumerò a Gemma tutte le colpe di quell’uomo.

Poi la santa ebbe in mente di chiedere l’intercessione della Vergine Maria. «È la stessa mamma tua che prega per lui», disse rivolta al Crocefisso. Tempo mezz’ora, quello stesso peccatore bussò a casa Giannini e chiese a padre Germano (confessore di Gemma) di amministrargli l’assoluzione sacramentale. Un solo peccato dimenticò durante la penitenza e fu proprio la Galgani a ricordarglielo, avendolo appreso da Cristo durante il colloquio mistico di poco prima. Un’altra anima era stata strappata alle fiamme dell’inferno.

I fenomeni prodigiosi o ai limiti del sovrannaturale che vedono protagonista Santa Gemma Galgani continuano a manifestarsi ancora oggi con impressionante regolarità.

Molti pellegrini riferiscono di aver percepito profumi inebrianti in prossimità delle sue reliquie: qualcosa di simile alla cipria o al borotalco ma cento volte più gradevole.

Numerose le guarigioni ottenute per intercessione della Galgani. Ai piedi del menzionato Crocifisso di casa Giannini, è presente l’ex voto di un anonimo Francesco che, alla data del 2 dicembre 1991, grazie all’intercessione della santa e alla “preghiera di molti”, afferma di essere guarito da una “terribile malattia iniziata in tenera età”.

Tra i lucchesi circola voce di molti altri prodigi. Un contadino toscano, feritosi
gravemente con una falce, che gli aveva tranciato di netto il polpaccio, stava rischiando di morire dissanguato. Una gentile fanciulla, in mezzo alla campagna era corsa a porgergli una parte del suo abito per tamponare la ferita, che miracolosamente scomparse. Recatosi nella chiesa più vicina, per confidare l’accaduto al parroco, l’agricoltore non poté non notare sulla parete dello studio il ritratto di Santa Gemma: lo stesso identico volto della giovane che lo aveva soccorso poco dopo l’incidente…

Un altro clamoroso caso è quello di un bambino guarito da epilessia per intercessione della santa il 24 luglio 2011. Nella stessa data, esattamente un anno dopo, la mamma del piccolo dà alla luce una sorellina a cui un giorno le cade addosso un ferro da stiro. La ferita sulla schiena procura alla sfortunata bimba una cicatrice, rimovibile solo con un intervento di chirurgia plastica. La piccola paziente è sul tavolo operatorio, quando, con loro grande sorpresa, i medici trovano la pelle perfettamente guarita.

Nella casa della sua infanzia a Lucca è custodito quello che forse è lo scatto fotografico più famoso della santa: Gemma è immortalata frontalmente e i suoi occhi chiari sembrano guardare dritto negli occhi di chi osserva. Se però si prova a guardare il ritratto obliquamente, in qualunque direzione ci si sposti, la percezione è pressoché unanime: gli occhi della Galgani paiono seguirti e continuano a incrociare i tuoi…

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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