Si è svolto a Frascati, il 16 novembre, il convegno Chiesa, Scienza, Impresa: il percorso comune tracciato dalla Laudato si’, promosso dalla Diocesi con la collaborazione del CESAB (Centro Ricerche Scienze Ambientali e Biotecnologie). Il convegno intendeva sviluppare alcuni spunti di riflessione relativi all’Enciclica, con particolare riferimento agli ambiti attuativi, volti a dare concretezza alle sollecitazioni in essa contenute.
Questo carattere è stato messo in evidenza da Ercole Amato, presidente del CESAB, che ha aperto i lavori richiamando il paragrafo 16 della Lettera pontificia e i problemi in esso individuati: la povertà, l’interconnessione del tutto, la critica alla tecnocrazia, la nuova visione dell’economia e del progresso, il valore di ogni creatura, il senso umano dell’ecologia, la responsabilità della politica. “Si tratta di un’Enciclica particolare – ha detto Amato –, che guarda agli aspetti pratici, che contiene alcune esortazioni precise, integrando tra loro un insieme di elementi. È un’Enciclica che coinvolge, in primo luogo, noi credenti, una sorta di ‘manifesto’ dello sviluppo sostenibile che sottende l’invocazione: Se non noi, chi?!”.
Il vescovo di Frascati, mons. Raffaello Martinelli, ha quindi illustrato, con l’aiuto di slides, una efficace “mappa” dell’Enciclica, sottolineando la continuità tra il pensiero di Papa Francesco e quello dei due grandi Pontefici che l’hanno preceduto: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. La Laudato si’ – ha spiegato il Vescovo – si pone in linea di continuità ma, al tempo stesso, apre nuovi sviluppi. Il Papa traccia il Creato a 360 gradi. Il Creato è un “tutto” dove l’essere umano vive in costante interazione con l’ambiente, in dialogo con se stesso e con gli altri, e in relazione con Dio: per questo l’Enciclica ci ricorda che “Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia”. “L’umanità è stata creata non per dominare il Creato – ha sottolineato Martinelli – ma per usufruire della bellezza in modo responsabile”.
“La Laudato si’ – ha detto Antonio Gaspari, direttore editoriale di ZENIT – è l’Enciclica più letta e più venduta nella storia della Chiesa: un impatto enorme, al di là di ogni aspettativa. La questione ambientale – ha continuato il giornalista – è da molti anni un tema conflittuale, con forme radicali che vanno dall’ecoterrorismo alla visione dell’uomo come ‘cancro’ del pianeta, da cui derivano le politiche malthusiane di limitazione delle nascite. La Laudato si’ supera questi dualismi chiamando l’uomo ad un impegno più alto, entra nel merito delle soluzioni con competenza e saggezza: non è rivolta solo ai cattolici ma a tutti gli uomini di buona volontà. La Santa Sede non può decidere la politica delle Nazioni, ma indica una rivoluzione francescana basata sullo sviluppo umano integrale. Questa Enciclica è un contributo entusiasmante per la crescita morale e civile dell’umanità”, ha concluso Gaspari.
Padre Alberto Carrara, docente di filosofia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ha basato il suo intervento su un essenziale interrogativo: “Le esortazioni dell’Enciclica in campo scientifico stimolano la ricerca al rispetto di soluzioni etiche e sostenibili o contengono limiti ad essa?” La risposta coincide con il tema di fondo della Lettera pontificia. “Papa Francesco – ha detto Carrara – concepisce la scienza come parte costitutiva e indispensabile di quell’ecologia umana integrale, che altro non è che la visione antropologica cristiana. Il progresso autentico è possibile soltanto a patto che la scienza opti per una visione inclusiva di se stessa all’interno di una complessità aperta che è la persona umana”.
La seconda sessione del convegno, dedicata al “ruolo delle imprese nello sviluppo del bene comune”, ha visto gli interventi di Vincenzo Barbieri, presidente di Ecopolis, e Gian Luca Farina di Energia Group. Barbieri ha affermato che lo stile di vita degli individui e la responsabilità sociale delle imprese sono due facce di una stessa medaglia, ed ha illustrato alcuni aspetti tecnici relativi al risparmio di energia nella gestione dei patrimoni immobiliari. L’efficientamento energetico è stato anche il tema dell’intervento di Farina: “In Italia – ha spiegato – un’alta percentuale delle risorse di energia viene sprecata a causa dell’inefficienza degli impianti: è un problema che va affrontato, anche con riferimento al vasto patrimonio immobiliare della Chiesa”.
È stata poi la volta di Massimo Losito, docente di bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum: “L’Enciclica non respinge la tecnologia, perché questa fa parte della nostra natura. Fin dall’antichità, l’essere umano si è caratterizzato per le sue capacità progettuali. E tuttavia oggi si è creata un’ambivalenza. Abbiamo creato la tecnologia per migliorare la nostra vita ma rischiamo d’esserne dominati. Il Papa ci invita a non eccedere né in un senso né nell’altro. Non si può fermare il progresso ma bisogna orientarlo nella giusta direzione. La Laudato si’ – ha concluso Losito – critica il paradigma tecnocratico, non la tecnologia: la realtà e il mondo ci precedono, e non possiamo plasmarli sulla nostra misura. L’ecologia ambientale ci fa riscoprire l’ecologia umana”.
La terza sessione del convegno, intitolata Gli enti religiosi ed ecclesiastici promotori di modelli virtuosi di sviluppo sostenibile, ha visto gli interventi di padre Pedro Barrajon, direttore dell’Istituto Sacerdos dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, di Luigi Raparelli, direttore della Caritas Diocesana di Frascati, e dei ricercatori Giampiero Valenza ed Ernesto Maria Giuffrè del CESAB.
Padre Barrajon ha indicato quattro punti nei quali le parrocchie possono impegnarsi per amplificare il raggio d’azione dell’Enciclica: diffondere una coscienza dei problemi; sensibilizzare sul Vangelo della Creazione; promuovere un’ecologia della vita quotidiana; avvalersi dei nuovi media e dei social network per diffondere la fede. A quest’ultimo proposito, ha citato il webinar sul Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, tenuto da Mons. Martinelli ogni martedì dalle 20 alle 21, al quale ci si può iscrivere attraverso il sito web della Diocesi di Frascati.
Luigi Raparelli ha spiegato che esistono 70 comunità nel territorio diocesano, che offrono sostegno alle famiglie e servizi ai più deboli: scuole, case di riposo, cure agli anziani e agli infermi. Comunità che devono integrarsi il più possibile con le parrocchie e gli istituti diocesani per sviluppare un cammino congiunto.
In conclusione dell’evento, Giampiero Valenza ed Ernesto Maria Giuffrè hanno sviluppato un intervento sul tema “buone pratiche da adottare nella gestione delle parrocchie e degli enti religiosi ai fini del bene pubblico”. Oggetto dell’intervento una “Guida” di 64 pagine – intitolata Accogliere, proporre, abitare – pubblicata a cura del CESAB. La Guida individua dei modelli di riferimento per l’attivazione di “percorsi virtuosi in termini economici, etici e individuali”. In particolare sono identificati tre aspetti della vita parrocchiale – l’organizzazione e la gestione; la conoscenza e la comunicazione; l’usare e l’abitare – che possono essere oggetto di valorizzazione attraverso l’uso delle nuove tecnologie. L’obiettivo è quello di favorire un progetto di riorganizzazione delle parrocchie, atto a tradurre in pratica le istanze innovative contenute nell’Enciclica. In questo quadro, il CESAB propone, tra l’altro, un nuovo social network, denominato Orbisphera, “molto vicino al mondo cattolico, il cui profilo è stato disegnato anche per fare in modo che ci sia una più forte partecipazione in ambito parrocchiale”.