Circa 5mila fedeli erano presenti ieri nel Duomo di Milano, dove l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha celebrato la Messa della prima domenica di Avvento (secondo il rito Ambrosiano), in cui ha pregato per le vittime degli attentati di Parigi.
“Vogliamo avere nel cuore e nella mente la tragedia di Parigi – ha detto il porporato all’inizio della Messa – pregando per coloro che hanno perso la vita e per i loro familiari per esprimere la nostra vicinanza di comunione con tutto il popolo francese e con tutta l’umanità, perché questo efferato delitto va contro tutta l’umanità”.
“Sono grato anche a quanti, non credenti, hanno raccolto il nostro appello alla preghiera comune”, ha proseguito l’arcivescovo, “questi fenomeni stanno assumendo un peso ed una ampiezza che li destina a durare a lungo nel tempo. Pregare ci consente di entrare in azione, ciascuno assumendo la propria responsabilità familiare, sociale e ecclesiale che gli tocca”.
Scola ha quindi invitato i fedeli di Milano e del mondo a “non rispondere a questo oltraggioso e vile atto con l’odio”, né “con la paura, anche se la paura è comprensibile, perché come cristiani siamo figli di Qualcuno che costantemente ci ha detto di non avere paura”. “Tutti quanti – ha detto – sappiamo che se Dio è con noi, – comunque riusciamo a definirLo e chiamarLo – chi sarà contro di noi?”. Quindi “non sentimenti di vendetta, ma impegno deciso per la verità dei rapporti tra uomini e popoli per la costruzione di una pace reale dentro la famiglia umana, per quel necessario risveglio dell’Europa di cui tutti sentiamo il bisogno”.
Nella sua omelia, il cardinale ha poi domandato: “Qual è l’atteggiamento con cui vivere il presente che, come dice Sant’Agostino, è l’unico tempo che veramente ci appartiene? Non l’angoscia di popoli in ansia, né la paura per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra, ma la vigilanza, un atteggiamento dinamico di attesa e di speranza: Risollevatevi e alzate il capo. La fine del mondo non sarà dovuta a catastrofi apocalittiche, ma al ritorno glorioso di Gesù, Colui che sta già arrivando. Con tutto il nostro cuore fissiamo permanentemente il nostro sguardo su Cristo Gesù”.
“Anche i vili ed orrendi attentati di Parigi chiedono di essere vissuti nella fede e nella preghiera”, ha ribadito il porporato. “La preghiera non è una fuga dalla realtà, ma è l’intensificarsi del rapporto con il Signore della storia. Ci aiuta a comprendere ciò che accade, anche questi tragici fatti, e ci spinge ad agire per la pace vera. Preghiamo per le vittime, per i loro cari, per il popolo francese, per tutti i popoli del mondo specie quelli provati dalla guerra, dalla persecuzione, dalla fame e dalla miseria”.
Infine, dopo la Comunione – come è accaduto ieri in tutte le Messe di tutte le 1107 parrocchie della Diocesi di Milano – il cardinale Scola ha invitato ancora una volta a pregare per i morti e i feriti di Parigi. Dopo la lettura di un testo, in cui si ricordava che “la maggioranza delle donne e uomini musulmani sono persone di pace”, tutti hanno quindi recitato l’Ave Maria.