Cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson

WIKIMEDIA COMMONS

Il cardinale Turkson sui fenomeni migratori in Messico. "Paradigma della crisi"

Il presidente di Iustitia e Pax interviene a Querétaro, in Messico, al forum internazionale sulla «Cura della casa comune» organizzato dal Centro de investigación social avanzada 

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L’enciclica Laudato Si’ non è “una riflessione astratta” ma un “appello urgente” radicato nella vita concreta delle persone. Lo testimoniano il dolore “dei nostri fratelli e contadini indigeni, che in America centrale e in Messico” sono costretti dai cambiamenti climatici a “complessi e perversi fenomeni migratori”, e il fatto che la loro dignità sia minacciata da “estrema povertà, esclusione sociale, discriminazione, sfruttamento del lavoro o tratta”.

Così il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nel suo intervento di questi giorni a Querétaro (Messico) al forum internazionale sulla «Cura della casa comune» organizzato dal Centro de investigación social avanzada. Per far comprendere l’esatto significato della “ecologia integrale” e della solidarietà globale sostenute dall’Enciclica di Papa Francesco, il porporato – riporta L’Osservatore Romano – ha parlato del Messico e del Centroamerica come di uno “scenario paradigmatico di uno dei fenomeni di migrazione e crisi climatica più drammatici della storia”.

Diversi studi infatti, ha sottolineato il porporato, mostrano come circa 900mila persone, dalla metà degli anni ’90, abbiano abbandonato zone del nord del Messico colpite dalla siccità. “Dove sono quei fratelli e quelle sorelle ora? Quali sono le loro vite? Come vivono? Qual è il loro futuro?”, si è chiesto il card. Turkson.

Che ha proseguito ricordando altri studi che registrano come, nonostante la gravità degli uragani che hanno colpito la regione, la popolazione cerchi di tornare a casa il più presto possibile. Tuttavia, questi stessi studi suggeriscono che tali popolazioni si trovino in uno stato di “migrazione permanente”. Una realtà che, del resto, emerge dalle reti migratorie che coinvolgono America latina e Stati Uniti. “Come ci prepariamo a rispondere a questa crisi?”, ha domandato il cardinale. E che dire, ha incalzato, “dei nostri fratelli e sorelle, molti dei quali bambini, che fuggono dalla povertà causata dagli uragani e dalla siccità nei Paesi dell’America centrale e rischiano la vita per raggiungere il Messico, e da lì gli Stati Uniti, con il sogno di una vita migliore, e si scontrano con un muro vergognoso?”.

Turkson ha proseguito precisando: “Non mi riferisco al muro fisico, o a ciò che qualche politico promette di fare, ma al muro di paura e di mancanza di solidarietà nei Paesi di transito di fronte alla sofferenza di centinaia di migliaia di persone che chiedono solo un futuro dignitoso”. Da qui la chiamata della Laudato Si’: la crisi globale e le sue facce concrete nelle singole realtà locali, “ci sfidano come non mai: dobbiamo agire su scala micro e macro, a livello locale e internazionale, guardando contemporaneamente al futuro e al presente”. L’Enciclica, in questo senso, è un “invito alla speranza, al dialogo e all’azione”, che coinvolge tutti. Nessuno escluso.

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ZENIT Staff

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