Sono un libanese e un brasiliano i vincitori del Premio Ratzinger 2015. Il prestigioso riconoscimento sugli studi teologici è andato al prof Nabil el-Khoury, 74 anni, docente di Filosofia e Letteratura comparata all’Université Libanaise di Beirut e l’Università di Tubinga, noto per le sue traduzioni in arabo degli scritti di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI; e al professor P. Mario de França Miranda, gesuita 79enne, docente emerito di teologia dogmatica alla Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro.
“Con questa scelta la Fondazione allarga per così dire ancora di più i suoi orizzonti”, ha dichiarato monsignor Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., Membro del Comitato Scientifico della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, intervenendo stamattina in Sala Stampa Vaticana.
Il presule ha ricordato lo “spirito ecumenico che anima la Fondazione”, al punto che, in passato, “questa importante onorificenza è stata concessa anche a qualche rappresentante di altre confessioni cristiane”.
I due premiati di quest’anno, infatti, non appartengono al cosiddetto “mondo occidentale” e “a nessuno sarà sfuggito il significato di questa scelta”, ha osservato Ladaria. L’America Latina ha dato alla Chiesa il primo Papa non europeo e con questo la Chiesa cattolica ha offerto una nuova e molto eloquente prova della sua cattolicità”, ha sottolineato.
“L’importanza dell’Oriente per la Chiesa – ha aggiunto monsignor Ladaria – fu ripetutamente sottolineata dal Papa San Giovanni Paolo II, che amava dire che la Chiesa cattolica deve respirare con due polmoni, appunto l’Oriente e l’Occidente, e nella Lettera apostolica Orientale Lumen ha sottolineato la necessità di una più grande conoscenza reciproca di queste due grandi tradizioni”.
È poi intervenuto monsignor Giuseppe A. Scotti, presidente della Fondazione Ratzinger, che ha in primo luogo ringraziato il presidente del Comitato Scientifico, il cardinale Camillo Ruini, “per la sua vicinanza operosa e discreta, la sua intelligenza e il suo equilibrio che ha permesso a noi e al Comitato Scientifico di lavorare bene insieme e di creare una piccola comunità fraterna”. Ha poi definito significativa l’attribuzione del premio ad un arabo “proprio in questo momento”. È segno che “il mondo arabo è capace di dialogo”.
Sottolineando come la fede non debba essere tanto un “viaggio nel passato” quanto una “ricerca del futuro”, monsignor Scotti ha tratto un bilancio dei suoi cinque anni di presidenza della Fondazione che, “senza fare troppo rumore”, sta tentando di “costruire con umiltà” un percorso culturale “coinvolgendo Università, studenti, docenti in un cammino di ricerca e di confronto”, per un totale di oltre 500 atenei e più di 10mila tra studenti e docenti.
“Sono stati appuntamenti che hanno permesso un confronto vivo ed entusiasmante per costruire il futuro – ha proseguito Scotti -. Un futuro dove l’uomo e Dio sono capaci di un dialogo costruttivo e pieno, capaci di dare vita all’uomo e al mondo perché si ha il coraggio di incontrare “il Vivente”, secondo la bella espressione di Benedetto XVI”.
Anche papa Francesco, durante la sua recente visita a Firenze, ha parlato del “Vivente”, come colui che “sa inquietare, sa animare. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo”, ha ricordato il presidente della Fondazione Ratzinger.
“Se il nostro incontrarci nelle Università non fosse per questo motivo, la vita, quella che poi si sente raccontare alla televisione o si narra sui giornali, rischia di tramutarsi solo in una lunga serie – più o meno noiosa – di banalità e di scandali. La vita, invece, è ben altro è un coraggioso “innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi condurre dallo Spirito”, ha poi concluso monsignor Scotti.
Ha poi concluso la conferenza stampa, il professor Pietro Luca Azzaro, Segretario esecutivo della Fondazione e traduttore dell’Opera omnia di Joseph Ratzinger. “È un grande privilegio tradurre Ratzinger: anche a lui sta a cuore il fatto che la fede non è un viaggio nel passato. I suoi scritti sono ragionevoli e scaldano il cuore”, ha detto Azzaro, annunciando anche l’uscita imminente di un volume sul Concilio Vaticano II.