“Un vero campione non tradisce mai. È un illuminante esempio di vita che trova nello sport la consacrazione del suo modo di essere speciale. Chi vince in campo sa coniugare il talento all’abnegazione, declinando i sacrifici attraverso un percorso virtuoso che lo porta a raggiungere l’obiettivo senza mai smarrire l’umiltà”, scrive Giovanni Malagò, Presidente del CONI, nella prefazione al volume Campioni di vita (Ed. Zenit Books – Ares).
Il 5 novembre 2015 il libro è stato presentato a Roma al Circolo Canottieri Aniene, prima tappa di un tour promozionale che si svolgerà presso le istituzioni sportive (CONI e CSI-Centro Sportivo Italiano) nonché presso le scuole e le parrocchie che hanno chiesto di confrontarsi su questo testo, con il coinvolgimento di alcuni degli atleti che vi hanno contribuito.
L’evento, che fa seguito all’incontro di portata planetaria Lo sport… ben oltre lo svago tenutosi all’Università Europea di Roma il 25 ottobre 2014, ha visto la presenza di tre grandi campioni dello sport italiano: Vincenzo Cantatore, Lorenzo Porzio e Felice Pulici. Insieme a loro, il maestro di scherma Renzo Musumeci Greco e un medico eminente che in gioventù si è dedicato allo sport per poi fondare un centro terapeutico per il recupero del disagio mentale: il dott. Santo Rullo, già presidente della Società Italiana di Psichiatria Sociale e fondatore di “Villa Letizia”, di cui è attualmente direttore sanitario.
L’incontro è stato introdotto e moderato da Antonio Gaspari, curatore del libro e direttore editoriale di Zenit, che, nel ringraziare il pubblico presente in sala, ha illustrato le linee guida del volume recentemente uscito in libreria. Campioni di vita si basa su una serie di interviste a noti protagonisti dello sport: Vincenzo Mangiacapre, Alessia Lucchini, Abdon Pamich, Alessandro Campagna, Alessandro Proni, Ivan Basso, Blanka Vlašić, Lorenzo Porzio, Annalisa Minetti, Santo Rullo, Vincenzo Cantatore, Massimo Tammaro, Daniele Masala, Riccardo Starace, Ilario Di Buò, Renzo Musumeci Greco.
Antonio Gaspari ha quindi ringraziato padre Hector Guerra, Giovanna Abbiati e Francesca Fornari (che hanno permesso la realizzazione dell’incontro presso l’Università Europea di Roma Lo sport… ben oltre lo svago, da cui è nata l’idea del libro Campioni di Vita) e ha presentato al pubblico i tre redattori di Zenit – Maria Gabriella Filippi, Federico Cenci e Alessandro De Vecchi – autori delle interviste ai campioni sportivi. “Campioni di sport – ha sottolineato Gaspari – che sono anche campioni di vita, perché non si diventa campioni nello sport se non si hanno qualità morali, se non si è generosi, onesti, leali, se non si è grandi nella mente e nel cuore. Per gli stessi motivi, si può essere campioni nella vita anche se non si è mai vinta una sola gara…”.
Gaspari ha quindi ceduto la parola a Lorenzo Porzio, campione olimpico plurimedagliato nel canottaggio, vincitore del titolo di campione del mondo “under 23” nel 2002 e della medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004. Porzio, che è oggi un affermato compositore e direttore di orchestra, ha così raccontato la sua esperienza: “Nella mia vita ho avuto la fortuna di capire subito le mie due grandi passioni: lo sport e la musica. E ho avuto il sostegno della mia famiglia, del Circolo Canottieri Aniene, che è stato la mia ‘casa’ sportiva, e della parrocchia (non tutti sanno che tanti campioni hanno iniziato la loro attività proprio negli oratori). Poi, a 29 anni sono diventato padre, e questo mi ha cambiato: ho cominciato a vedere il mondo con gli occhi di mio figlio. Oggi alleno ragazzi e promuovo l’insegnamento dello sport ai giovani: cerco di far capire loro che lo sport è una palestra di vita e non serve per avere successo, ma per coltivare valori umani e spirituali”. E infatti, nel capitolo del libro a lui dedicato, intitolato Canottiere e musicista per educare anima e corpo, Lorenzo Porzio afferma: “La fede è alla base della mia vicenda umana. Ho cominciato suonando l’organo in Chiesa, e ancora oggi ogni domenica suono l’organo della Basilica di piazza Euclide, nel quartiere Parioli di Roma. Lo faccio perché mi piace, ci credo e sono riconoscente per quanto la Chiesa mi ha dato negli anni difficili della mia formazione”.
È stata poi la volta di Santo Rullo, che ha spiegato la necessità di ristabilire la sintonia tra corpo e mente, la cui assenza è all’origine di molti problemi. “Lo sport fa bene da sempre”, ha detto il terapeuta. “I benefici della lotta e della corsa sono noti fin dall’antichità. Ma oggi, purtroppo, viviamo in una società che, dal punto di vista fisico, ci allontana dalla percezione corporea”. Inventore del “calcio sociale” che punta a riattivare, attraverso il gioco, la consapevolezza dei ruoli e dei percorsi di vita, il dott. Santo Rullo si è fatto promotore di un network internazionale per studiare l’impatto terapeutico dello sport sulle persone con gravi problemi di salute mentale. E a questo proposito, ha citato il caso di un atleta celeberrimo – David Beckham, icona del calcio mondiale – che, grazie allo sport, ha superato un disturbo di tipo psichiatrico.
Vincenzo Cantatore, di cui ricordiamo l’intensa carriera pugilistica culminata nel titolo di campione europeo dei massimi leggeri, ha voluto parlare, al di là della sua personale vicenda sportiva, del suo impegno attuale, orientato ad obiettivi di solidarietà attraverso l’uso terapeutico dello sport. Cantatore sta portando avanti un progetto, nato sulla base di alcune recenti scoperte dei ricercatori americani: l’attività sportiva stimola la produzione di dopamina e permette al cervello di trasmettere degli impulsi neurologici che alleviano i sintomi della malattia di Parkinson e delle sindromi depressive. Il progetto – denominato “No Contact Boxing” e sviluppato in collaborazione con il dott. Santo Rullo – ha ottenuto, tra l’altro, la convinta adesione di Papa Francesco.
Ha preso quindi la parola Renzo Musumeci Greco, erede di una prestigiosa tradizione di famiglia che si sostanzia nella storia dell’Accademia Musumeci Greco, diventata oggi luogo di insegnamento della scherma come disciplina sportiva. “A partire dal 2011 – ha spiegato – l’Accademia si è impegnata anche nel sostegno agli atleti disabili: i risultati sono straordinari. Ci troviamo immersi in un mondo che offre testimonianze di sensibilità e dedizione incredibili”. Ed ha citato il caso di una sua allieva spadaccina, Beatrice Vio: “A undici anni, a causa di una meningite fulminante, le sono stati amputate le braccia e le gambe. Le hanno costruito una speciale protesi alla quale avvita il fioretto e oggi è campionessa del mondo under 17. Durante una manifestazione di scherma a Roma, è salita sul palco insieme a Valentina Vezzali, che è la più forte schermitrice della storia. Beatrice si è messa sulla carrozzina e Valentina è riuscita a batterla solo al terzo incontro”.
La manifestazione si è conclusa con l’intervento di Felice Pulici, Vice-Presidente del CONI Regionale Lazio ed ex calciatore di ruolo portiere, campione d’Italia con la Lazio nella stagione 1973-74. “Campioni di vita – ha sottolineato Pulici – è un libro da leggere per cogliere il significato più importante: si arriva ai grandi risultati sportivi soltanto se si possiede un sensibilità e si hanno dei valori”. Un concetto che Pulici aveva già espresso nella postfazione al libro, dove scrive: “Gli esempi di questi grandissimi Campioni – che abbiamo conosciuto e apprezzato leggendo le loro storie – dovrebbero essere sempre riproposti ai nostri giovani, soprattutto in questi momenti dove prevale la ricerca di esaltare al massimo livello la propria individualità, il proprio egoismo, ignorando il rispetto per gli altri. Lo sport concorre alla formazio
ne della personalità ponendo le basi per il raggiungimento di valori più alti, quali: la cultura, la partecipazione sociale, l’integrazione, l’amicizia, la ricerca di significati che vanno oltre gli aspetti materiali e quotidiani della vita”.