Pubblichiamo di seguito la consueta lettera mensile che il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi, delegato per la Pastorale Universitaria diocesana, rivolge agli studenti delle università romane. La missiva di novembre vuole essere anche un occasione di preparazione, a quello che sarà il XIII Pellegrinaggio degli universitari ed accoglienza delle matricole organizzato dall’ Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, ad Assisi il prossimo 7 novembre, per il quale sono già prenotati oltre 40 bus e un treno speciale, di 1000 posti, messo a disposizione da Trenitalia.
Cari studenti universitari,
tra pochi giorni saremo ad Assisi per il nostro ormai tradizionale pellegrinaggio di inizio del nuovo anno accademico. Sarà un pellegrinaggio speciale perché si svolge nell’imminente apertura del Giubileo straordinario della Misericordia. Ho messo mano alla lettera dopo aver vissuto due esperienze di grande significato umano e cristiano che possono illuminare il nostro cammino verso il Giubileo. Ieri mattina ho fatto visita ad un bambino, di quattro anni, ricoverato in un reparto di Neurochirurgia infantile. Era stato operato pochi giorni fa a causa di una neoformazione in una zona delicata del cervello.
Il Bambino alternava momenti di gioia per la presenza dei genitori e amici a momenti di pianto a causa di un non precisato dolore. Era nel suo lettino e si offriva senza alcun timore all’amore degli altri. Nel pomeriggio dello stesso giorno, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, dieci giovani venivano ordinati diaconi. Anche loro pronti ad offrirsi senza timore all’amore per gli altri! Uno per volta avevano risposto: Eccomi. Che cosa unisce queste due esperienze? La presenza nella storia dell’Innocente che ha preso su di sé la condizione umana! Certamente quel bambino non lo sa; i dieci giovani Lo hanno incontrato. L’Innocente che soffre è il Crocifisso! È l’Innocente che si offre, impotente, all’amore degli altri e chiama a collaborare uomini e donne ad offrirsi all’amore per gli altri confidando nell’impotenza della Croce che Paolo non ebbe vergogna di definirla “stoltezza” (1Cor 1,18).
Ricordo sempre quando mi insegnavano che il Cristianesimo – invitando a guardare l’Innocente, il Crocifisso – avrebbe condizionato l’uomo ad essere impotente, succube delle forze sociali e culturali del proprio tempo. A questa proposta bisognava invece rispondere con la “potenza”. Chi non ricorda il pensiero di Nietzsche! Cari amici, è questa la proposta che Francesco ci inviterà ad affrontare nella sua Città: fidarsi della “potenza” dell’uomo o dell’impotenza dell’Innocente? Molti si illudono di risolvere i dilemmi dell’esistenza umana affrontando problemi, certamente, importanti ma non decisivi: psicologici, culturali, sociali, politici. Ma nulla accade nella vita dell’uomo! Negli ultimi anni Assisi è diventata la casa della pace, dell’ambiente, del dialogo, della solidarietà. Ma i problemi sono tutti davanti a noi, con risvolti drammatici. Pensiamo alla tragedia dei fratelli immigrati! Cari amici, voi sarete i responsabili della storia nei prossimi anni.
Bisogna cambiare pagina: fissare lo sguardo sull’Innocente! È l’Innocente che conosce la mia vita, la mia condizione umana, la dinamica della storia, perché Lui è entrato nella storia per restarci sempre, fino alla fine dei tempi. Ma si presenta nell’impotenza! Sì perché nella sua impotenza si rivela la grandezza di Dio e dell’uomo. Come quel bambino impotente che rivela la grandezza di Dio e dell’uomo. Come quei dieci giovani che rivelano il vero significato dell’esistenza umana. Dio non ha lasciato l’uomo nell’impotenza, ma lo ha liberato dalla maledizione del peccato che provoca morte in noi e intorno a noi!
È la potenza del male che può essere vinta solo dall’impotenza dell’amore, che è l’amore-dono e non possesso. Fissa lo sguardo sull’Innocente e la tua vita risplenderà di una bellezza incomparabile. È questo l’augurio che rivolgo a tutti voi. Quando sarete ad Assisi ricordatevi che qui il Crocifisso, l’Innocente, ha chiamato Francesco non per fondare un’associazione sociale, assistenziale o politica! Lo ha chiamato per annunciare al mondo che l’impotenza di Dio è più grande della potenza dell’uomo! Non aver paura di rispondere anche tu: Eccomi! Non sarai solo.
Ci accompagnerà Maria, Sede della Sapienza, che con umiltà ha risposto all’annuncio dell’angelo: Eccomi, sono la serva del Signore.! Ci sono la tua cappellania, la tua parrocchia, il tuo collegio, il tuo gruppo: lì troverai amici per approfondire e sperimentare la bellezza della fede. Anche in Università non sarai solo: oltre ai tuoi colleghi incontrerai docenti capaci di illuminare i percorsi della ricerca per realizzare quella sintesi tra fede e ragione che è la principale via per vivere la carità intellettuale. Fai della tua vita un dono per gli altri, come quel bambino e quei dieci diaconi!
A presto, ad Assisi!