Debellare definitivamente le nuove forme di schiavitù. Ancora una volta il Papa lancia un appello contro questa piaga dell’umanità; lo fa nel messaggio ai partecipanti alla Conferenza sulla tratta di essere umani, in corso a Madrid fino a domani, organizzata dal “Gruppo Santa Marta”. È questo un pool internazionale di ufficiali delle forze dell’ordine e di vescovi di tutto il mondo che operano insieme con la società civile per sradicare il traffico di esseri umani e garantire cure pastorali alle vittime, che trae il proprio nome dalla residenza di Papa Francesco, dove una delegazione fu ricevuta nell’aprile 2014.
Esprimendo “gioia e soddisfazione pastorale” perché il gruppo Santa Marta torni a riunirsi di nuovo nel simbolico Monastero di San Lorenzo del Escorial, Francesco nel testo ricorda le diverse iniziative che possono contribuire all’azione “benefica” del gruppo. Tra queste: l’incontro di sindaci in Vaticano dello scorso aprile durante il quale “hanno firmato una dichiarazione in cui si impegnano loro stessi a debellare le nuove forme di schiavitù, che hanno condannato come un crimine contro l’umanità”.
Il Papa sottolinea anche l’importanza della recente approvazione dell’Agenda 2030, che raccoglie i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, dove, tra le altre cose, viene incoraggiata l’adozione di “misure immediate ed efficaci per debellare il lavoro forzato e porre fine alle nuove forme di schiavitù e alla tratta di essere umani, assicurando il divieto e l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compreso il reclutamento e l’utilizzo di bambini soldati ed entro il 2025 porre fine al lavoro infantile in tutte le sue forme”.
A tal proposito, il Santo Padre ricorda le sue parole sull’importanza dell’Agenda dell’Onu nel discorso all’Assemblea generale di New York lo scorso 25 settembre, in cui ribadiva che “il mondo chiede con forza a tutti i governanti una volontà effettiva, pratica, costante, fatta di passi concreti e di misure immediate, per preservare e migliorare l’ambiente naturale e vincere quanto prima il fenomeno dell’esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato”.
Il messaggio si conclude con una preghiera a Dio Onnipotente affinché “doni al Gruppo Santa Marta di portare avanti la propria missione, così delicata, così umanitaria, e così cristiana, di guarire le piaghe aperte e dolorose dell’umanità, che sono anche le piaghe di Cristo”.